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Tachycardia, in mostra gli scatti di LaChapelle, Mapplethorpe, Stern, Basilè e Storaro

Prosegue la mostra Tachycardia della galleria Restelliartco, fino al 31 dicembre presso la sede espositiva in Via Vittoria Colonna 9, in Roma. In mostra gli scatti di David LaChapelle, Robert Mapplethorpe, Bert Stern, Matteo Basilè e Vittorio Storaro…

Prosegue la mostra Tachycardia della galleria Restelliartco, che si terrà fino al 31 dicembre 2020 presso la sede in Via Vittoria Colonna 9, Roma. In mostra gli iconici scatti di David LaChapelle, Robert Mapplethorpe, Bert Stern, Matteo Basilè e Vittorio Storaro

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Le opere in mostra

Una rassegna, quella proposta da Tachycardia, interamente dedicata alla fotografia: si inizia con gli iconici scatti di Robert Mapplethorpe, nei cui ritratti in bianco e nero, luci, ombre e forme costituiscono l’elemento centrale di tutta la composizione; nelle sue immagini la fusione tra statuaria classica e fotografia sintetizzano la continua ricerca dell’artista verso l’ideale di perfezione, come testimonia lo scatto che ritrae Richard Gere e Valerie Kaprisky sul set del film“Breathless”,o la delicata perfezione del volto di Grace Jones del 1988.

L’autoritratto e la Tarantula di Robert Mapplethorpe

In mostra anche un suo bellissimo autoritratto degli anni’80 nel quale Robert Mapplethorpe si propone come l’archetipo del bad boy, il ragazzaccio di strada anni ‘50. Sguardo da duro, giubbotto in pelle nera, sigaretta tra le labbra: la quintessenza della sua poetica. Si prosegue con la “Tarantula”, edizione limitata in 10 esemplari, stupenda e drammatica immagine scattata dall’artista durante la sua ultima estate; Mapplethorpe era già gravemente malato e negli ultimi lavori esplorò attraverso la sua arte, la fragile linea che separa la vita dalla morte. Il gioco di luci ed ombre insieme all’anatomia stessa dell’insetto, evocano una sensazione di paura mista a fascino, per un qualcosa che non si conosce, e visto come imprevedibile.

Gli scatti di Bert Stern, Matteo Basilè e Vittorio Storaro

All’interno del percorso espositivo trovano quindi spazio la “Marilyn Monroe Crucifix III – The last sitting”, datata 1962 di Bert Stern, una tra le fotografie che l’attrice stessa rifiutò e riscoperta solo nel 2016 negli archivi del grande fotografo e la splendida “Ofelia” di Matteo Basilè. Un mondo, quello dell’artista, definito da Achille Bonito Oliva “un universo iconografico risolto tra manierismo tecnologico e surrealismo pittorico”. Una ricerca che persegue sempre la bellezza come ultimo fine, una figura bianca in rilievo su uno sfondo misterioso ed antico sovrastata da un cielo livido.

Si conclude con la fotografia “The Way” del Maestro Vittorio Storaro, l’immagine con la foto di Marlon Brando tratta dal film Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, un’opera in cui realtà cinema e fotografia si fondono con assoluta perfezione, da cardiopalma appunto.

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