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Storia del teatro italiano – Achille Campanile e il suo umorismo surreale

Last Updated on 03/12/2020

Celebre per il suo umorismo surreale e per i suoi giochi di parole, Achille Campanile è considerato un precursore del contemporaneo teatro dell’assurdo, soprattutto per le Tragedie in due battute e per alcuni atti unici

Uno dei nomi più importanti della storia del nostro teatro. Achille Campanile (Roma, 28 settembre 1899 – Lariano, 4 gennaio 1977) è stato uno scrittore, drammaturgo sceneggiatore e giornalista italiano, con una produzione che spazia dal teatro al romanzo, dalla sceneggiatura cinematografica alla critica televisiva.

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L’umorismo surreale e i giochi di parole di Achille Campanile

Celebre per il suo umorismo surreale e per i suoi giochi di parole, ricordato anche per il suo giornalismo umoristico, è considerato un precursore del contemporaneo teatro dell’assurdo, soprattutto per le Tragedie in due battute e per alcuni atti unici. Fra le prime sue opere, le Tragedie in due battute, rappresentate per la prima volta intorno al 1925, che costituiscono certamente un contributo di grande innovazione. Si tratta di piccoli atti, sceneggiati per il teatro, effettivamente composti da un numero irrisorio di battute. Tra le altre opere, Centocinquanta la gallina canta, 1924, e L’inventore del cavallo, 1925, messi in scena da A. G. Bragaglia, che ne coglieva la matrice futurista.

Le opere più famose

Quasi altrettanto geniale il prolifico narratore: Ma che cos’è quest’amore?, 1927; Se la luna mi porta fortuna, 1928; Agosto, moglie mia non ti conosco, 1930; In campagna è un’altra cosa (c’è più gusto), 1931; Chiarastella, 1934; Il diario di Gino Cornabò, 1942; Viaggio di nozze in molti, 1946; Il povero Piero, 1959; Trattato delle barzellette, 1961; Manuale di conversazione, 1973; Gli asparagi e l’immortalità dell’anima, 1974; Vite degli uomini illustri, 1975; L’eroe, 1976. Postumo è comparso l’autobiografico Benigno, 1981.

Lo stile di Campanile si compone di una prosa curata, precisa, pignola. E con costante ricerca di impeccabilità linguistica. Nella grande ed esperta conoscenza della lingua, e nel sapiente uso del lessico, seppur apparentemente popolare, affonda la radice della non comune capacità di allestire spettacoli della logica che ridicolizzano la più istintiva delle convenzioni sociali, la parola, ed attraverso questa le convenzioni stesse.

Fu sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale

Negli ultimi decenni molti critici hanno elevato lo scrittore a “classico” del Novecento,. Fra questi Carlo Bo ed Enzo Siciliano. Quest’ultimo ha evidenziato come in Campanile “il riso, nell’attimo in cui scocca, è anche empio”. Ma, come già accaduto precedentemente con tutti gli umoristi, venne sottovalutato per anni da tutta la critica ufficiale. La sua rivalsa partì soltanto a partire dagli anni Settanta.

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