Galleria Vittoria: dieci artiste ridisegnano i Tarocchi, tra gioco e magia
Si è aperta presso la Galleria Vittoria di Roma la mostra “I Tarocchi, palcoscenico dell’universo”. La collettiva, a cura di Tiziana Todi, propone le opere di Amalia Cavallaro, Cristina D’Ambrosio, Sonia De Rossi, Roberta Di Sarra, Alba Gonzales, Luminita, Flaviana Pesce, Liana Santuccio, Renata Solimini e Federica Zuccheri.

Si è aperta presso la Galleria Vittoria di Roma la mostra “I Tarocchi, palcoscenico dell’universo”. La collettiva è a cura di Tiziana Todi e presentata da uno scritto di Giulia Trapuzzano. Le artiste in mostra sono: Amalia Cavallaro, Cristina D’Ambrosio, Sonia De Rossi. Roberta Di Sarra, Alba Gonzales, Luminita, Flaviana Pesce, Liana Santuccio, Renata Solimini e Federica Zuccheri.
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Le opere in mostra
In un periodo incerto come quello che stiamo vivendo, Galleria Vittoria esorcizza il futuro con una mostra sui tarocchi tutta al femminile. Partendo dalle immagini esoteriche dei tarocchi, le artiste in esposizione rivisitano, attraverso il loro personale linguaggio artistico, la complessa simbologia di queste carte, in un viaggio che porterà il fruitore alla scoperta del loro affascinante universo. Dall’origine tuttora incerta e dibattuta, il gioco dei tarocchi in Italia nasce al Nord ai primi del 400, alla corte del Duca di Milano Filippo Maria Visconti, come passatempo per i ceti più elevati; oggi il gioco è spesso usato come strumento narrativo nella storia e nelle arti.
I tarocchi, chiavi di accesso al mondo magico
I tarocchi, essendo chiavi di accesso al mondo magico, scrutano l’ignoto e contemporaneamente aiutano a guardare dentro se stessi senza paura; al di là del punto di partenza, delle ispirazioni e delle reinterpretazioni, “I tarocchi, palcoscenico dell’universo” è destinata a un pubblico vario, che potrà mettere in gioco il proprio io a disposizione dell’immaginazione e dell’onirico in mostra.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.