Nuova ipotesi: teatri e cinema riapriranno a metà aprile nelle regioni “virtuose”
Una nuova ipotesi è al vaglio: ristoranti e bar aperti a pranzo e riapertura di teatri e cinema. La data dovrebbe essere tra il 15 e il 20 aprile. Ma riguarderebbero soltanto le Regioni “più virtuose”, in cui i contagi coronavirus scenderanno sotto una certa soglia, fissata dal Comitato tecnico scientifico.

Una nuova ipotesi è al vaglio: ristoranti e bar aperti a pranzo e riapertura di teatri e cinema. La data dovrebbe essere tra il 15 e il 20 aprile. Ma riguarderebbero soltanto le Regioni “più virtuose”, in cui i contagi coronavirus scenderanno sotto una certa soglia, fissata dal Comitato tecnico scientifico.
Non si tratterebbe di un ritorno alla zona gialla ma di una sorta di “zona gialla rafforzata”
Prima di allora le regioni potranno essere solo arancioni o rosse. Il meccanismo entrerebbe nel decreto Covid con le misure anti-Covid che entreranno in vigore dopo Pasqua. Il provvedimento è atteso in Consiglio dei ministri nelle prossime ore. Secondo quanto viene spiegato, non si tratterebbe di un ritorno alla zona gialla ma piuttosto di una sorta di “zona gialla” rafforzata.
Le parole di Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani di Roma
“Penso che dovremmo ritornare a respirare la cultura, il cinema, il teatro, , cinema, io li riaprirei – ha dichiarato Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive Spallanzani di Roma su RTL 102.5, all’interno di Non Stop News – nelle condizioni nelle quali si sono tenute aperte le chiese, per esempio, con sicurezza, prenotazioni, distanziamenti, meglio fare 1000 repliche anziché 20 e consentire a tutti di poter accedere”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.