“Amabie”, Yuriko Damiani e Giusy Lauriola raccontano la magica profezia dello Yokai
Last Updated on 27/04/2021
Aprirà mercoledì 12 maggio, visitabile sino al 26 maggio, presso Mo.C.A Studio Gallery di Roma, la mostra Amabie アマビエ| La magica profezia dello Yokai, con le opere di Yuriko Damiani e Giusy Lauriola. La bipersonale, a cura di Manuela De Leonardis, nasce da una collaborazione con la Fondazione Italia Giappone, con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura.

Aprirà mercoledì 12 maggio, visitabile sino a mercoledì 26 maggio, presso Mo.C.A Studio Gallery di Roma, la mostra Amabie アマビエ| La magica profezia dello Yokai, con le opere di Yuriko Damiani e Giusy Lauriola. La bipersonale, a cura di Manuela De Leonardis, nasce da una collaborazione con la Fondazione Italia Giappone, con il patrocinio dell’Istituto Giapponese di Cultura.
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Le opere in mostra
Le due artiste si sono ispirate a un’antica leggenda giapponese tornata in auge in seguito alla terribile pandemia che ha colpito il mondo intero. La storia narra dell’avvistamento da parte di un ufficiale di Amabie, uno spirito Yokai. Amabie fece una premonizione: sei anni di raccolto abbondante seguito da un periodo di pandemia, aggiungendo che chiunque avesse visto il suo ritratto si sarebbe salvato. Quale messaggio migliore in questo periodo!
“Dove la scienza non riesce, arriva la magia di lontane tradizioni. Quel flusso di energia positiva che come polvere di stelle fa svanire le nostre paure”. Lo affermano all’unisono le artiste Yuriko Damiani e Giusy Lauriola che, affascinate tale creatura soprannaturale, offrono una personale interpretazione dando vita ad un dialogo creativo.
La leggenda di Amabie
Secondo la leggenda Amabie apparve nella Provincia di Higo (Prefettura di Kumamoto), alla metà del quarto mese nell’anno Kōka-3 del periodo Edo (metà maggio 1846). Per quasi tutte le notti fu avvistato in mare un oggetto luccicante. L’ufficiale della città chiamato ad investigare confermò di aver visto quella strana creatura, affidandone la testimonianza ad un disegno. Amabie ha lunghi capelli, la bocca come un becco di un uccello e un corpo da sirena con tre code coperto di scaglie dal collo in giù.
Yuriko Damiani dipinge su porcellana, Giusy Lauriola sperimenta una tecnica che combina colori acrilici, resina e bitume
La fonte letteraria è il punto di partenza per la riflessione che Yuriko Damiani e Giusy Lauriola intraprendono con un approccio personale fortemente basato sulle emozioni. Le due partono da linguaggi e materiali diversi: Damiani dipinge su porcellana, mentre Lauriola sperimenta una tecnica che combina colori acrilici, resina e bitume. Ciò nonostante hanno operato una sintesi narrativa che si sviluppa attraverso la stilizzazione e la riduzione degli elementi formali.
Se nelle opere di Yuriko Damiani la natura marina della figura mitologica e della storia stessa in cui Amabie viene contestualizzata è sottolineata dal decoro che diventa parte integrante della forma plastica, sulle tele di Giusy Lauriola è la stratificazione del pigmento policromo su cui viene stesa la resina, con l’implicazione dell’imprevisto che interagisce con la materia, a definire in parte l’essenza del soggetto. Tracce visibili di una lettura trasversale del racconto di Amabie anche gli omamori con l’immagine di Amabie che le due artiste realizzano insieme per farne dono al pubblico. Talismani d’artista per sottolineare l’aspetto taumaturgico dell’arte in una visione che dalla sfera individuale si rispecchia in quella universale.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.