L’arte è “rosa”: le porcellane di Yuriko Damiani e gli angeli di Giusy Lauriola
Last Updated on 04/04/2019
Porcellane antiche e simboli giapponesi, tra storia e antiche tecniche di lavorazione provenienti direttamente dal Giappone. Una mostra che omaggia non soltanto la cultura del Sol Levante, ma anche la donna e il suo mondo fatto di bellezza, delicatezza e, al contempo, carattere.
La dedica “in rosa” è della italo-giapponese Yuriko Damiani, figlia d’arte. Si è aperta giovedì sera presso la galleria d’arte SpazioCima, a Roma, “Gold Affaire – un ponte indissolubile tra Oriente e Occidente”. L’esposizione, curata e organizzata da Roberta Cima, sarà visitabile, sino al 22 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle 15 alle 19. Ingresso libero. Contemporaneamente in mostra anche le “donne angelo” di Giusy Lauriola: circa cinquanta le opere in esposizione, acrilici e resina su tela di vari formati.
La donna secondo Yuriko Damiani
LL’ispirazione da un’antica favola giapponese “La gratitudine della Gru” in cui si narra di una gru che si trasforma in fanciulla per poi ritrasformarsi nell’affascinante volatile. Si narra di trasformazione, di quel cambiamento che è nella natura dell’essere umano senza mai però dimenticare le proprie radici ma senza neanche rimanere ancorati ad esse. Così come si trasforma la bianca porcellana nelle mani dell’artista perché l’arte è trasformazione per antonomasia. Figure argentate che escono fuori dal caratteristico oro antico utilizzato.
LA TECNICA – La porcellana viene decorata con polvere di oro antico su fondo oro metallizzato o su fondo nero. L’oro antico, importato direttamente dal Giappone, è molto resistente ed è ruvido al tatto, quindi più caldo. Un’altra sua peculiarità è data dal fatto di assorbire la luce anziché rifletterla, come accadeva nell’antichità. Tutte le opere d’arte in mostra ripropongono le atmosfere e i simboli caratteristici della tradizione giapponese. Piatti, vasi e centrotavola, infatti, sono dipinti con fiori, draghi, farfalle, e altre immagini tipicamente nipponiche.
L’altra mostra in corso
Prosegue, sino a giovedì 22 marzo, anche la personale di Giusy Lauriola “Iosepha”: circa cinquanta le opere in esposizione, acrilici e resina su tela di vari formati. “Iosepha – spiega l’artista – era il nome che le dava la sua professoressa di latino alla medie, una nuova se, nascosta in attesa di uscire insieme a tutte le donne che ha conosciuto nel tempo o alla donna che vorrebbe essere”.
Pennellate nitide e decise, colori sfocati a volte surreali, soggetti realistici ma mai definiti. Le opere di Giusy trasportano l’osservatore in un altro mondo. Quello fatto di sogni e di incertezze, di desideri e di energie. Con un occhio attento allo stile e alla moda, e con una forte prevalenza di soggetti femminili da cui sembra definirsi anche carattere e vita. Donne sognate, come angeli scesi in terra, che non volano più, ma che racchiudono comunque un’area magnifica e magnificente. Donne che conoscono il Tempo e ne sono custodi, che conoscono l’Amore e che si amano.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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