Mausoleo Ossario Garibaldino, dove Garibaldi svolse l’ultima strenua difesa della Repubblica Romana
Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci (1895-1970) e solennemente inaugurato il 3 novembre del 1941, dopo due anni di lavori, il Mausoleo Ossario Garibaldino accoglie i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale dal 1849 al 1870.

Il Mausoleo Ossario Garibaldino sorge sul Gianicolo nella località detta Colle del Pino, dove nel luglio 1849, guidata da Giuseppe Garibaldi, si svolse l’ultima strenua difesa della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio dello stesso anno.
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Il Mausoleo accoglie i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale dal 1849 al 1870
Progettato dall’architetto Giovanni Jacobucci (1895-1970), il Mausoleo accoglie i resti dei caduti nelle battaglie per Roma Capitale dal 1849 al 1870. Fu solennemente inaugurato il 3 novembre del 1941, dopo due anni di lavori. L’esigenza di ricordare degnamente i caduti per Roma fu posta con forza all’indomani della presa di Porta Pia.
Nel 1878-79 lo stesso Garibaldi e il figlio Menotti furono tra i promotori della legge che riconobbe nel Gianicolo il luogo dove raccogliere i resti dei patrioti. Fu quindi realizzato il primo sepolcreto sulla base di minuziose ricognizioni effettuate per individuare le salme. Alcune di queste erano tumulate al Campo Verano, mentre quelle del 1870 erano sepolte sui luoghi delle battaglie presso le Mura.
A riprendere l’idea del Mausoleo fu Ezio Garibaldi negli anni Trenta
A riprendere l’idea del Mausoleo fu Ezio Garibaldi negli anni Trenta. Era il figlio di Ricciotti, allora presidente della Società dei Reduci Patrie Battaglie. Questa era intitolata all’eroico nonno, e sostenuta economicamente dal Governo. La progettazione del monumento fu affidata dalla Società al socio Jacobucci. Mentre la realizzazione fu curata dagli Uffici Tecnici del Governatorato.
Un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso di Baveno
Al centro di un’area recintata, un austero quadriportico in travertino, costituito da tre archi a tutto sesto su ogni lato, e in posizione elevata su una gradinata, racchiude il nucleo centrale del monumento. Un’ara ricavata da un unico blocco di granito rosso di Baveno, arricchito da figurazioni allegoriche ispirate all’antichità romana, tra cui la lupa, l’aquila imperiale, scudi e gladi. Questi motivi si ripetono inoltre in tutto l’apparato decorativo del Mausoleo.
Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma
Quattro piedistalli in travertino sorreggono altrettanti bracieri bronzei decorati con teste di lupa. Questi si accendono ancora oggi nel corso delle ricorrenze ufficiali. Sui piedistalli sono ricordate le battaglie più significative per la liberazione di Roma. 1849 Vascello, San Pancrazio, Palestrina, Velletri, Monti Parioli, Villa Spada. Poi 1862 Aspromonte; 1867 Monterotondo, Mentana, Villa Glori, Casa Ajani; 1870 Porta Pia, San Pancrazio.
Una doppia rampa di scale scende al Sacrario
Sul retro del quadriportico, una doppia rampa di scale scende al Sacrario, chiuso da un imponente portale bronzeo. Il suggestivo ambiente è diviso in due zone: un vestibolo con piccole absidi laterali e un vano quadrato, che ha al centro un grande pilastro circolare ornato con palme e croci votive in alabastro. Il soffitto a volta ribassata è ricoperto di tessere musive in oro. Marmi policromi rivestono il pavimento e le pareti, sulle quali sono disposti 36 loculi chiusi da lapidi che ricordano i nomi di oltre 1600 eroici caduti.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.