Ipogeo Necci, al Pigneto il bunker diventa una galleria d’arte
Inaugurato l’inedito Ipogeo del bar Necci dal 1924, nel quartiere Pigneto, a Roma. Uno spazio sotterraneo che ha vissuto diverse epoche, con le sue conseguenti trasformazioni. Oggi ha iniziato il suo nuovo corso con la mostra fotografica Cosplay di Filippo Trojano, visitabile fino al 26 settembre…

Inaugurato l’inedito Ipogeo del bar Necci dal 1924, nel quartiere Pigneto, a Roma. Uno spazio sotterraneo che ha vissuto diverse epoche, con le sue conseguenti trasformazioni. Nell’arco dei secoli il luogo, nato in antichità come cava di pozzolana, in epoca ottocentesca divenne una cantina vinicola e, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzato come un rifugio antiaereo. E che oggi è diventato luogo di esposizioni d’arte, cocktail e degustazioni.
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Il ritrovamento e il recupero
Nel 2021 lo spazio sottostante il bar del quartiere Pigneto “rivede la luce” grazie al ritrovamento ed al recupero da parte di Agathe Jaubourg e Massimo Innocenti, gestori del Necci. Dopo un’accurata opera di ristrutturazione conservativa, restituiscono ai romani un luogo suggestivo e decisamente unico nel suo genere. Un recupero storico per cui si dovrà render merito alla famiglia Innocenti, poiché al recupero dello spazio hanno contribuito anche Marco e Massimo Innocenti Senior, soci del Necci, rispettivamente padre e zio del Massimo Innocenti che ha coordinato i lavori.
La mostra fotografica Cosplay di Filippo Trojano
L’Ipogeo del Necci ha iniziato il suo nuovo corso con la mostra fotografica Cosplay di Filippo Trojano, che sarà esposta nell’ipogeo fino al 26 settembre, nell’ambito della quarta edizione del Pigneto Film Festival. L’ipogeo sarà poi visitabile dal pubblico solo su prenotazione e al suo interno. Gli avventori saranno accolti dalla cantina di vini incastonata nel tufo e dall’incredibile “cave bar”, già ribattezzato come il “Sotto Sotto”.
Ericovero. Storia profonda del quartiere Pigneto
Il processo di ristrutturazione, dalla scoperta alla bonifica degli spazi (durato nel complesso 8 mesi), insieme alle testimonianze degli abitanti più anziani del quartiere, hanno dato vita a un documentario in programma al Pigneto Film Festival, dal titolo “Ericovero. Storia profonda del quartiere Pigneto” (2021, 25 minuti). Il film, scritto e sceneggiato da Massimo Innocenti per la regia di Alessandro Menale, sarà presentato in anteprima durante il festival nella giornata di sabato 25 settembre.
Da rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale…
Le planimetrie del locale, così come quelle del quartiere, mostravano da sempre uno spazio sottostante al bar. Ma Agathe e Massimo non lo erano ancora riusciti a trovare. La scoperta è stata un vero e proprio caso – un atto di routine – come quello d’interrare una pianta che avrebbe adornato il giardino del Necci e che invece, è stata la causa di un disvelamento inedito quanto strabiliante. “I grandi vecchi” del Pigneto lo ricordano ancora. Quel luogo li ha accolti quando per le strade piovevano bombe e la Seconda Guerra Mondiale, minacciava i romani che popolavano la zona. Da questa scoperta è nato il nuovo IPOGEO del Necci, luogo al cui interno si respira ancora la sacralità di quei momenti vissuti dai cittadini.
… a suggestivo cave bar
Gli spazi, divisi in tre macro aree, sono stati bonificati e resi agibili dal lavoro di recupero della coppia, che ha destinato l’insolito luogo a preziosi locali-cantina, un’identità che non è nuova poiché già vissuta in epoca ottocentesca. All’interno dell’ipogeo è stato anche installato un suggestivo cave bar per la degustazione di drink e la mescita delle più pregiate bottiglie di vino e bollicine, selezionate dal locale che da tempo svolge con successo l’attività di ristorazione. A partire da fine settembre infatti, sarà possibile scegliere dalla carta dei vini del locale, esclusive bottiglie conservate alla più ideale delle temperature per vivere un’esperienza originale per tutti i sensi.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.