E.T. – L’incredibile storia di Elio Trenta in scena all’Argot Studio
Last Updated on 04/11/2021
In scena dall’11 al 14 novembre, lo spettacolo E.T. – L’incredibile storia di Elio Trenta, scritto dall’attore Luigi Diberti e dallo sceneggiatore Gianmario Pagano, con la regia di Francesco Frangipane e le musiche dal vivo di Raffaele Toninelli. Un’occasione per conoscere la storia di Elio Trenta, giovanissimo sognatore ed emblema della genialità italiana…

In scena dall’11 al 14 novembre, all’interno di Cortocircuito – programma 2021/22 di Argot Studio – lo spettacolo E.T. – L’incredibile storia di Elio Trenta, scritto dall’attore Luigi Diberti e dallo sceneggiatore Gianmario Pagano, con la regia di Francesco Frangipane e le musiche dal vivo di Raffaele Toninelli.
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Elio Trenta, giovane emblema della genialità italiana
Un’occasione per conoscere la storia di Elio Trenta, giovanissimo sognatore, curioso, intraprendente, intelligente e meraviglioso emblema della genialità italiana. E lo fa partendo da elementi storici reali, per poi concedersi una narrazione che lascia spazio alla fantasia ripercorrendo con magia la genesi di questa idea visionaria e la genialità di questo sconosciuto ragazzino umbro vissuto un secolo fa e morto troppo presto. Lo spettacolo ha debuttato nell’ambito del Todi Festival 2021, ottenendo consensi da parte del pubblico e della critica.
Sono tante le storie di eccellenze italiane sconosciute o ignorate. Personaggi visionari che hanno visto prima di altri il futuro e che hanno contribuito a tracciarlo con la loro inventiva e genialità per poi essere completamente dimenticati e cancellati dalla memoria collettiva. Ed Elio Trenta, pressoché sconosciuto a tutti se non a qualche suo fiero concittadino, è sicuramente uno di quelli.
L’invenzione di Elio Trenta
Nato a Città della Pieve nel 1913 e morto giovanissimo all’età di 21 anni, ebbe comunque il tempo di inventare e registrare il primo brevetto del “rapportatore di velocità per macchine in genere” ovvero del cambio automatico. In quel periodo, in tutto il mondo, le macchine avevano bisogno del cambio per sviluppare la potenza del motore e nel ciclismo prima di ogni salita era necessario staccare la ruota e capovolgerla per passare da un rapporto più pesante ad uno più leggero. Ed Elio Trenta sognava un’auto senza leva del cambio per rendere per tutti, sia uomini che donne, più semplice e comoda la guida.
Quella geniale idea e quel clamoroso rifiuto
Divenne il suo chiodo fisso, si scervellò notte e giorno alla ricerca dell’intuizione giusta e finalmente, come diceva il padre per stimolarlo, Trenta fece… trentuno! Nonostante non fosse un ingegnere ma un caparbio ragazzino che lavorava nell’officina del padre, riuscì a teorizzare quella visionaria invenzione da solo, senza l’appoggio di nessuno.
Ma quando cerca di dare concretezza a quella geniale intuizione proponendo il suo progetto alla Fiat, questa si dichiarò non interessata a un’idea di auto poco virile. Un’auto che usurpava il guidatore del controllo assoluto del mezzo. E non ritenne quindi necessario investire sullo sviluppo di un progetto che levava potenza al motore. Pochi anni dopo la sua morte però, dall’altra parte del mondo, la Oldsmobile della General Motors montò su una sua macchina il primo cambio automatico. Uno strumento che diventerà poi irrinunciabile su ogni auto americana. E lo è ancora oggi e dopo parecchi decenni, sempre più anche nel resto del mondo e in Europa.
Biglietti e accessi
Per l’accesso all’Argot Studio è obbligatorio il possesso delle certificazioni verdi Covid-19 (Green Pass). Per partecipare alle attività culturali di Argot Studio è necessario effettuare il tesseramento gratuito su http://www.teatroargotstudio.com/tesseramento o presso il botteghino prima dello spettacolo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.