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Roma, alla Cappella Orsini la mostra experience “I Canti di Eurasia”

Sino al 30 marzo 2022 alla Cappella Orsini di Roma la mostra experience “I Canti di Eurasia”. L’appuntamento trasforma il visitatore in “viaggiatore” per volare alla scoperta dell’Asia con una speciale App immersiva e performance artistiche…

Una vera e propria mostra/experience per “I Canti di Eurasia”, promossa da Fondazione Maitreya, Istituto di Cultura Buddhista, in collaborazione con Cappella Orsini Lab, sino al 30 marzo presso la suggestiva Cappella Orsini di Roma, in via di Grotta Pinta 21. La visita permetterà agli spettatori di potersi calare nei panni di “viaggiatori” grazie ad una speciale App immersiva e adattata alle specifiche esigenze in grado di animare e far suonare gli strumenti.

Le opere in mostra

250 opere tra sculture, bassorilievi, strumenti musicali, costumi, maschere, manoscritti disposti secondo un criterio di viaggio che, partendo dall’Oceano Pacifico riportano il visitatore fino al Mediterraneo. Facendoci capire quanto la musica sia il denominatore comune che riunisce i Papua della Nuova Guinea con i pastori dell’Etna. Un confronto tra le diverse culture, in un’ambientazione sospesa tra spazio e tempo, nella quale sarà possibile assistere a vari appuntamenti ed affascinanti performance che avranno per protagonisti, nelle varie giornate, numerosi personaggi.

Chi sono i personaggi delle performance

Pejman, uno dei massimi esperti di musica persiana e sufi in Italia. Oscar Bonelli, collezionista di strumenti musicali che suonerà uno a uno regalando l’impressione di trovarsi di fronte ad una vera orchestra. Barbad Project, i fratelli Mohssenipour rappresentano un nucleo artistico e anche spirituale della loro terra d’origine. Evelina Meghnagi con le sue melodie sefardite e yemenite che hanno conquistato da Liliana Cavani a Giuseppe Bertolucci.

Marta Bifano, con la sua storia di un personaggio leggendario della prima donna arrivata illegalmente in Tibet Alexandra David Neel. Cafè Loti, storie nell’antico Cafè Loti di Istanbul dove i viaggiatori si fermavano a parlare, si conoscevano. Shuluq, ovvero Calogero Giallanza che reinterpreta suoni e ritmi del Mediterraneo. Nadia Slimani e Amjed Rifaie, l’incontro tra l’arte della calligrafia araba e il corpo femminile che attraverso la danza esprime la sua prorompente forza interiore.

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