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Anfiteatro Castrense, il secondo (ma poco conosciuto) anfiteatro di Roma

L’Anfiteatro Castrense è il secondo anfiteatro romano, seppur sia per i più sconosciuto. Appartenente agli inizi del III secolo d.C. fu costruito, insieme al resto del complesso residenziale imperiale, dall’imperatore Eliogabalo. Si trova tra la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e le Mura Aureliane e faceva parte del Palazzo Sessoriano…

L’Anfiteatro Castrense è il secondo anfiteatro romano, seppur sia per i più sconosciuto. Appartenente agli inizi del III secolo d.C. fu costruito, insieme al resto del complesso residenziale imperiale, dall’imperatore Eliogabalo. Si trova tra la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e le Mura Aureliane e faceva parte del Palazzo Sessoriano, antica villa imperiale di età severiana, che include la Basilica, l’Anfiteatro, le Terme Eleniane e il Circo Variano.

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La storia dell’anfiteatro

L’Anfiteatro Castrense fuutilizzato per spettacoli e manovre militari in onore della corte imperiale e rimase in uso fino alla costruzione delle Mura Aureliane. Di forma ellittica (asse maggiore di 88 m e asse minore di 75,80 m), presenta attualmente in vista parte delle fondazioni, a causa dell’abbassamento del piano di campagna circostante. L’elevato è invece in opera laterizia. Fino alla metà del XVI secolo conservava anche resti dei due ordini superiori, poi abbattuti per esigenze difensive per ordine di papa Paolo IV.

Descrizione della struttura

La facciata esterna aveva tre ordini. Il primo presentava arcate inquadrate da semicolonne. Il secondo arcate, chiuse da bassi parapetti, inquadrate da lesene. Il terzo un attico con finestre ripartito da lesene. Superiormente vi si trovavano probabilmente mensole in travertino per sostenere i pali del velarium. Sui tre ordini semicolonne e lesene con capitelli corinzi e realizzate interamente in mattoni. All’interno, attualmente occupato dall’orto del convento di Santa Croce in Gerusalemme, i gradini della cavea dovevano essere sorretti da ambulacri con volte a botte. Ambienti sotterranei erano ricavati sotto l’arena, i cui resti furono visti in scavi settecenteschi.

Cosa rimane oggi

Rimase ben conservato con i tre piani fino alla metà del XVI secolo, in cui per esigenze difensive si dovette mantenere solo il primo piano e una sola arcata del secondo piano, visibile in via Nola. Della cavea non è rimasto quasi niente: i suoi resti furono usati per costruire nuove strutture. Su viale Castrense si possono vedere tre quarti dei resti del muro esterno.

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