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Crazy, la follia nell’arte contemporanea al Chiostro del Bramante

Appuntamento dal 18 febbraio 2022 all’8 gennaio 2023, presso il Chiostro del Bramante, con la nuova mostra “Crazy. La follia nell’arte contemporanea”, con le opere di ventuno artisti di rilievo internazionali

Appuntamento dal 18 febbraio 2022 all’8 gennaio 2023, presso il Chiostro del Bramante, con la nuova mostra “Crazy. La follia nell’arte contemporanea”, con le opere di ventuno artisti di rilievo internazionali.

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Le opere in mostra

21 artisti di rilievo internazionale, più di 11 installazioni site-specific inedite: per la prima volta le opere d’arte invaderanno gli spazi esterni e interni del Chiostro del Bramante di Roma, perché la follia non può avere limiti. La percezione del mondo è il primo segnale di instabilità, il primo contatto fra realtà esterna e cervello, fra verità fisica e creatività poetica, fra leggi ottiche e disturbi neurologici. Questi i 21 artisti chiamati a partecipare sono parte di questa follia.

I ventuno artisti della collettiva

Carlos Amorales, Hrafnhildur Arnardóttir / Shoplifter, Massimo Bartolini, Gianni Colombo, Petah Coyne, Ian Davenport, Janet Echelman, Fallen Fruit / David Allen Burns e Austin Young, Lucio Fontana, Anne Hardy, Thomas Hirschhorn, Alfredo Jaar, Alfredo Pirri, Gianni Politi, Tobias Rehberger, Anri Sala, Yinka Shonibare, Sissi, Max Streicher, Pascale Marthine Tayou, Sun Yuan & Peng Yu.

Una violenta onda d’urto che invade ogni stanza accessibile

La pazzia, come l’arte, rifiuta gli schemi stabiliti, fugge da ogni rigido inquadramento, si ribella alle costrizioni, così anche Crazy, il progetto di Dart – Chiostro del Bramante a cura di Danilo Eccher. Nessun percorso ordinario e prevedibile a favore di un’esplosione creativa capace di espandersi, come le colate di pigmento di Ian Davenport sulle scale, e di modificare la percezione spaziale, come l’ambiente di Gianni Colombo (1970).

Una violenta onda d’urto che invade ogni stanza accessibile, mescolando e garantendo forti salti espressivi fra le opere, dai neon di Alfredo Jaar, visibili anche all’esterno, sino all’immersione totalizzante di Fallen Fruit / David Allen Burns e Austin Young. Una narrazione complessa, soggettiva, obliqua; un’atmosfera inclusiva e partecipativa; una distribuzione di opere e spazi isolati e autonomi in tutti i luoghi disponibili, anche invadendo locali solitamente esclusi dai percorsi.

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