Guido Reni a Roma, il Sacro e la Natura a Galleria Borghese
La mostra “Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura“ si svolge a Galleria Borghese dal 9 febbraio a maggio prossimo. E’ incentrata sul dipinto Danza campestre di Guido Reni, da un anno tornato a fare parte della collezione del museo...

La mostra Guido Reni a Roma. Il Sacro e la Natura, a cura di Francesca Cappelletti, si svolge dal 9 febbraio a maggio prossimo presso Galleria Borghese, a Roma, ed è incentrata sul dipinto Danza campestre di Guido Reni, da un anno tornato a fare parte della collezione del museo, alla quale era sempre appartenuto prima della vendita alla fine dell’Ottocento.
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Il rapporto di Guido Reni con il soggetto campestre e con la pittura di paesaggio
Il rientro del quadro nelle sale della Palazzina Pinciana, accanto agli altri dipinti di paesaggio della raccolta, offre l’opportunità di riflettere sul rapporto di Guido Reni, pittore molto amato da Scipione Borghese, con il soggetto campestre e con la pittura di paesaggio, finora ritenuti estranei alla sua produzione o comunque assai poco praticati.
L’esposizione cercherà di ricostruire i primi anni del soggiorno romano dell’artista
L’esposizione, muovendo dall’interesse di Guido Reni per la pittura di paesaggio in rapporto agli altri pittori italiani e stranieri presenti a Roma nel primo Seicento, cercherà di ricostruire i primi anni del soggiorno romano dell’artista, il suo appassionato studio delle opere rinascimentali e dell’antico, il rapporto importantissimo intessuto con il banchiere genovese Ottavio Costa e lo stordimento rispetto alla pittura fortemente chiaroscurata di Caravaggio – che Reni ha conosciuto e frequentato, come supposto da Carlo Cesare Malvasia nella Felsina pittrice del 1678 e come documenti ritrovati di recente hanno confermato – e l’inizio del suo folgorante percorso di grande pittore di storia.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.