Benji, il dramma dell’identità secondo Claire Dowie al Teatro Argot Studio
Dal genio di Claire Dowie, scrittrice, attrice, poetessa e pioniera dello stand-up theatre, una delle figure più anticonformiste del teatro contemporaneo, dal 17 al 20 febbraio arriva ad Argot Studio Benji con Chiara Tomarelli e la regia diPierpaolo Sepe…

Dal genio di Claire Dowie, scrittrice, attrice, poetessa e pioniera dello stand-up theatre, una delle figure più anticonformiste del teatro contemporaneo, dal 17 al 20 febbraio arriva ad Argot Studio Benji con Chiara Tomarelli e la regia diPierpaolo Sepe, traduzione di Anna Parnanzini e Maggie Rose.
Esplosiva, penetrante e leggera, la drammaturgia di Claire Dowie dà luogo a una sorta di manifesto impietoso e spassoso. Un’indagine, a metà fra un’autobiografia ribalda e talvolta dolorosa, sempre con l’attenzione ai mutamenti della società, uno dei temi chiave della nostra tormentata fine di secolo e millennio, che tante ansie e preoccupazioni genera in molti: il tema dell’identità.
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La trama dello spettacolo
Benji racconta di un grave disagio psichico, mettendo in scena una personalità scissa che, per esistere in una collettività oppressiva, deve crearsi un amico immaginario. Attraverso il racconto della sua vita, dall’infanzia, piano piano si disvelano le emozioni più profonde di questa giovane donna, entrando nel vortice del suo pensiero e del suo disagio. Della giovane donna sappiamo tutto, ma non il nome. Benji è il nome della sua amica immaginaria, prodotto di una mente bambina, che cerca riparo e equilibrio in una realtà altra. Benji è una peste, una canaglia, una vera bestia, come dice lei.
Genitori e figli a confronto
Il testo mette in luce anche il grande tema del destino intrecciato tra genitori e figli, della difficoltà di essere dall’una e dall’altra parte, dell’incapacità di ascoltare un figlio diverso dalle aspettative, di qualcuno che non risponde come dovrebbe, come ci si aspetterebbe. Benji ci commuove immensamente, non possiamo far altro che viaggiare con lei per capire meglio le fragilità che ci appartengono. Ad ognuno di noi.
Come accedere al teatro
A decorrere dal 6 dicembre, l’accesso all’Argot Studio è consentito soltanto ai possessori di “Green Pass rafforzato”, ovvero a chi è vaccinato o guarito dal Covid-19, salvo i casi di esenzione previsti dalla legge. Per partecipare alle attività culturali di Argot Studio è necessario effettuare il tesseramento gratuito su http://www.teatroargotstudio.com/tesseramento o presso il botteghino prima dello spettacolo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.