Aggiungi un posto a tavola: trama, storia e curiosità sul musical di Garinei e Giovannini
Sino al 30 aprile 2022 presso il Teatro Brancaccio di Roma, “Aggiungi un posto a tavola” è uno dei più grandi musical italiani di sempre. La commedia di Garinei e Giovannini, scritta tra il 1973 e il 1974 con Jaja Fiastri, è liberamente ispirata al romanzo “Dopo di me il diluvio” di David Forrest

Sino al 30 aprile 2022 presso il Teatro Brancaccio di Roma, Aggiungi un posto a tavola è uno dei più grandi musical italiani di sempre. La commedia in due atti di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritta tra il 1973 e il 1974 con Jaja Fiastri, è liberamente ispirata al romanzo “Dopo di me il diluvio” di David Forrest. Le musiche sono di Armando Trovajoli, le scene e i costumi di Giulio Coltellacci con le coreografie di Gino Landi.
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La trama (con finale) di Aggiungi un posto a tavola
La storia, liberamente ispirata a “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che un giorno riceve una telefonata inaspettata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per affrontare l’imminente secondo diluvio universale. Don Silvestro, aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa, nonostante l’avido sindaco Crispino che tenterà di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione, donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese.
Finita l’arca, al momento dell’imbarco, interviene un cardinale inviato da Roma che convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro che a suo dire disonora l’abito che porta. Comincia il diluvio, sull’arca si ritrovano solo Don Silvestro e Clementina, la giovane figlia del sindaco perdutamente innamorata di lui. L’acqua incomincia a sommergere i paesani, Don Silvestro decide di abbandonare l’arca, rifugio sicuro, per condividere con i suoi fedeli quel terribile momento. Un gesto infinito d’amore. Allora Dio, vedendo fallire il suo progetto, interrompe il diluvio, imposta l’arcobaleno. Si chiude su una tavola in festa celebrando il ritorno alla serenità benedetta da Dio.
La genesi del musical
Tra l’anno 1973 e il 1974, quando Pietro Garinei e Sandro Giovannini scrissero con Iaia Fiastri il soggetto, affidarono la composizione delle musiche ad Armando Trovajoli, il grande jazzista romano che, dagli anni ’50 in poi, si era specializzato in colonne sonore. Il costo complessivo della messa in scena dello spettacolo era molto alto, circa 250 milioni di lire, impiegati soprattutto per la realizzazione delle magnifiche scenografie in legno, montate sul palcoscenico girevole del “Sistina”. Di particolare effetto furono le scene della costruzione dell’arca e del diluvio. Il titolo, scelto a pochi giorni dal debutto, sarebbe potuto essere La bis bisarca o Concerto per prete e campane.
La prima edizione
La prima edizione di Aggiungi un posto a tavola (musica: Armando Trovajoli; arrangiamenti: maestro Renato Serio; scene e costumi: Giulio Coltellacci; coreografie: Gino Landi) debuttò al Teatro Sistina di Roma l’8 dicembre 1974, dopo settanta giorni di prove. Lo spettacolo fu premiato dal pubblico e rimase in scena al Sistina per ben sei mesi, tutta una stagione, cosa che non era mai avvenuta prima. Il cast della prima edizione era formato da Johnny Dorelli (Don Silvestro), Paolo Panelli (Sindaco), Bice Valori (Consolazione), Ugo Maria Morosi (Toto) e Daniela Goggi (Clementina). Era presente anche l’orchestra, diretta da Angel ‘Pocho’ Gatti.
Le altre edizioni
Nel 1977 la seconda edizione, con un cast quasi immutato. Un’altra stagione in Italia, quindi, negli anni seguenti, a Londra, Vienna, Lubecca, Madrid, Barcellona, Valencia, Buenos Aires, Santiago del Cile, Città del Messico, Caracas e San Paolo. La terza edizione, la più celebre in assoluto e trasmessa anche dalla RAI, debuttò il 9 marzo 1990. Nel cast Johnny Dorelli, Carlo Croccolo, Alida Chelli, Adriano Pappalardo e Riccardo Garrone. Seguirono, negli altri successivi, altre quattre edizioni dello spettacolo, sino alla quinta, attualmente in scena.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.