Il “Novecento contemporaneo” di Francesco Messina in mostra al Casino dei Principi
Sino al 4 settembre 2022, presso il Casino dei Principi dei Musei di Villa Torlonia, la mostra “Francesco Messina. Novecento Contemporaneo”: una ricca selezione di bronzi, terrecotte e gessi raffigura la vitale attualità dell’arte del maestro tra tradizione e modernità

Sino al 4 settembre 2022, presso il Casino dei Principi dei Musei di Villa Torlonia, la mostra “Francesco Messina. Novecento Contemporaneo”: una ricca selezione di bronzi, terrecotte e gessi raffigura la vitale attualità dell’arte del maestro tra tradizione e modernità.
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Le opere in mostra
La mostra propone al pubblico l’attività di Francesco Messina e dello Studio Museo milanese che porta il suo nome rappresentando sia il rapporto con la tradizione – classica, rinascimentale e ottocentesca – sia il dialogo con la contemporaneità. Restituendo quindi l’ancora vitale e stimolante attualità del lavoro dello scultore e il senso profondo dell’attività di valorizzazione che lo Studio Museo Francesco Messina ha condotto a partire dal 2014, in primo luogo, grazie all’attività espositiva.
Protagonista la grande tradizione artistica della scultura di figura
Francesco Messina (1900-1995), siciliano di nascita, ma milanese di adozione, delinea fin dall’inizio del proprio percorso artistico un preciso orientamento verso la grande tradizione artistica della scultura di figura, con l’uso di tecniche e materiali classici – il bronzo, il marmo, la cera, la terracotta, il gesso. Intercetta così il gusto di un pubblico distante dalle sperimentazioni più ardite, che lo segue anche sui più noti rotocalchi italiani del secondo dopoguerra.
Il percorso espositivo
Nonostante il riferimento costante alla tradizione dell’intera produzione dell’artista, la mostra ricostruisce una personalità dinamica che, in ogni stagione, ha saputo maturare un nuovo approccio alla tradizione, di volta in volta rielaborata e adeguata al linguaggio del proprio tempo. Un lavoro capace di precorrere ricerche poi sviluppatesi in epoche più recenti.
Trovano collocazione nelle sale del Casino dei Principi 81 opere (soprattutto bronzi, terrecotte e gessi) che appartengono alla collezione permanente dello Studio Museo Francesco Messina e opere di quindici artisti contemporanei (cyop&kaf, Vanni Cuoghi, Salvatore Cuschera, Giovanna Giachetti, Alberto Gianfreda, Andi Kacziba, Giulia Manfredi, Francesco Merletti, Daniele Nitti Sotres, Francesca Piovesan, Nada Pivetta, Dominique Robin, Daniele Salvalai, Elisabeth Scherfigg, Andreas Senoner), che si confrontano con le sculture di Messina.
La produzione dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta
La collezione permanente riassume la produzione dell’artista in modo articolato. E abbraccia un arco cronologico che, dagli anni Trenta, giunge fino ai primi anni Ottanta del secolo scorso. Di questo nucleo fanno parte opere emblematiche che sono esposte a Villa Torlonia. A partire dalle fusioni dagli originali che, negli anni Trenta, furono selezionate dalla Biennale di Venezia per rappresentare l’Italia nelle mostre all’estero organizzate da Antonio Maraini. I ritratti invece restituiscono il clima culturale degli anni compresi tra le due guerre, come il Ritratto di Salvatore Quasimodo, 1937. Presenti anche i bozzetti per importanti commissioni monumentali: la serie dei cavalli che precede la realizzazione del Cavallo della RAI del 1966, i bozzetti per il Monumento a Pio XII in San Pietro. Infine le sculture femminili in terracotta e in gesso policromo degli anni Settanta.
I temi principali di Francesco Messina
L’esposizione romana si articola in sezioni che ruotano attorno ai temi principali della ricerca di Messina. Il ritratto tra archeologia e contemporaneità, l’approccio alla tradizione con uno sguardo moderno, l’indagine anatomica, il colore, la scultura monumentale. Il percorso è arricchito da due video-interviste del 1973 che mostrano Francesco Messina all’interno dello Studio Museo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.