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No-Body is Empty, alla Galleria Sinopia l’anatomia della leggerezza di Giovanni Pinosio

Arriva per la prima volta nella Capitale, alla Galleria Sinopia, l’anatomia della leggerezza di Giovanni Pinosio, con la mostra ‘No-Body is Empty’, a cura di Raffaella Lupi in collaborazione con lo scrittore Riccardo Benedini

Arriva per la prima volta nella Capitale, alla Galleria Sinopial’anatomia della leggerezza di Giovanni Pinosio, con la mostra ‘No-Body is Empty’, a cura di Raffaella Lupi in collaborazione con lo scrittore Riccardo BenediniLe opere del giovane artista veneto verranno esposte dal 25 ottobre al 05 novembre nello storico luogo d’incontro di Via dei Banchi Nuovi – spazio di dialogo multidisciplinare nel cuore di Roma. Nate dalla materia semplice del fil di ferro, le installazioni diventano oggetto d’arte, corpo trasparente, vuoto e libero da sovrastrutture, non-sculture eteree.

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Pinosio si interroga sul reale peso della nostra interiorità e sul linguaggio del vuoto

Per tutta la settimana della Rome Art Week, dal 25 al 29 ottobre, Giovanni Pinosio sarà presente in Galleria, impegnato in una residenza d’artista per la realizzazione di una nuova scultura in filo di metallo che sarà inaugurata sabato 29 ottobre alle ore 18.00.

Nuova leva dell’arte contemporanea veneta, Pinosio si interroga sul reale peso della nostra interiorità e sul linguaggio del vuoto. ‘No-Body is Empty’ è, infatti, un impianto installativo originale in cui una semplice bilancia pesa la matassa di ferro che lo scultore utilizza per ricamare la propria idea d’interiorità, attraverso dei corpi dove materia e spazio diventano compresenti, dialogando tra di loro.

Il progetto prende vita da un’esperienza vocale e corporea dell’artista

Il progetto prende vita da un’esperienza vocale e corporea dell’artista: liberare la voce per sperimentare la leggerezza del corpo. La voce perde i propri punti di ancoraggio e superate le tensioni che possono bloccarla, si libera. La sensazione di cadere e la perdita della forza di gravità generano in Pinosio un senso di disorientamento, a cui fa seguito un quesito che diventa per lui fondamentale: “sono vuoto o semplicemente leggero?”.

Ora che il suo corpo ha perso parte del proprio peso, l’artista si chiede se anche la leggerezza che sta provando possa essere misurata e, anche nel caso in cui tale unità di misura davvero esistesse, la sensazione di vuoto fisico può condurlo anche alla scoperta di un vuoto metafisico e interiore? Da qui, la bilancia: strumento che rimanda al peso e ancoraggio terreno, può anche stimolare ognuno di noi a chiedersi: mi devo alleggerire? A tale domanda le sculture di Pinosio rispondono con una delicata provocazione: nessuno è vuoto, ma ognuno di noi, con il proprio corpo vuoto, può sperimentare il vuoto. Nobody is empty but…. no…. body is empty.

Accanto alle opere di Giovanni Pinosio, quelle di Roberta Meldini

Accanto alle opere di Giovanni Pinosio vibrerà la presenza silenziosa e potente delle opere di Roberta Meldini, scultrice e disegnatrice protagonista del panorama artistico della seconda metà del Novecento. Una presenza silente che sottolinea l’elogio alla vita, con le sue figure femminili, fluide, energiche, vibranti di una spiritualità e carnalità senza tempo. Accompagnano la mostra le sculture di Massimo Luccioli e Giuseppe Pirozzi.

Un cortometraggio nato dalla collaborazione con Riccardo Benedini

Non solo mostra alla Galleria Sinopia: ad accompagnare ‘No-Body is Empty’, in anteprima assoluta, verrà proiettato un cortometraggio nato dalla collaborazione dell’artista con Riccardo Benedini. Lo scrittore Riccardo Benedini, ispirandosi all’indagine dell’artista sul concetto di leggerezza, ha infatti pubblicato un breve racconto intitolato “Il Forte Leggero” e lo ha successivamente trasformato in un cortometraggio emozionale. Pinosio diventa così il protagonista di una narrazione condotta dalle sue stesse opere che, come delle vibranti casse di risonanza, conducono il pubblico alla scoperta delle proprie fragilità, per trasformarle in forza creativa e rivoluzionaria.

“Abbiamo scelto di ospitare il lavoro di Giovanni Pinosio con il racconto di Riccardo Benedini per l’approccio contemporaneo e innovativo allo Storytelling dell’Arte. La materia è pensiero” dichiara Raffaella Lupi “non è casuale e si tramuta in racconto e pensiero del contemporaneo, come la nostra identità. Quella di Giovanni Pinosio è dunque una bellezza inattesa in cui la materia, attraverso la creatività dell’uomo, diviene opera d’arte”. 

Chi è Giovanni Pinosio

Classe 1991, Pinosio si è diplomato in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nel corso dei suoi studi ha approfondito il disegno anatomico, che poi ha reso tridimensionale applicandolo alla scultura e usando il filo di ferro. La scelta di questo materiale, forte e delicato al tempo stesso, ricade nella sua ottima funzione di connettore tra il disegno e la scultura e viceversa, permettendo all’artista di raffigurare corpi e oggetti le cui strutture interagiscono con lo spazio che le circonda. E sebbene il vuoto rappresenti l’estrema sfida nella scultura, notoriamente realizzata su pieni, è soprattutto l’incombenza dell’ambiente, ovvero lo spazio che entra ed esce dalle sculture di Pinosio, a crearne l’originalità.

Sono tuttavia gli ultimi due anni a far guadagnare a Giovanni Pinosio l’appellativo di “Arredatore dell’Immaginario”, quando inizia ad utilizzare la propria arte per progettare e creare spazi dal sapore unico, popolandoli non solo di corpi, ma anche di oggetti del nostro quotidiano come lampadari, specchi, orologi e sedie che, attraverso il filo di metallo, sembrano ribellarsi alla propria funzione per offrirsi all’osservatore come mero spettacolo di forme.

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