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Storia della letteratura latina (9) – Lucio Anneo Seneca, uno dei più grandi intellettuali di sempre

La riflessione sul tempo e sul suo scorrere inesorabile ricorre spesso nelle opere di Seneca. L’intellettuale ci insegna che il tempo è una risorsa preziosissima, ma limitata: non bisogna dunque  comportarsi come se si disponesse di tempo illimitato

Dopo Fedro si staglia nell’età imperiale la maestosa figura di Lucio Anneo Seneca: i suoi rapporti con il potere, la filosofia, la vasta produzione… Nato in Spagna ed educato a Roma, è senza dubbio uno dei più grandi intellettuali della letteratura latina.

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“Non abbiamo poco tempo, ma ne abbiamo perso molto…”

La riflessione sul tempo e sul suo scorrere inesorabile ricorre spesso nelle opere di Seneca. Seneca ci insegna che il tempo è una risorsa preziosissima, ma limitata: non bisogna dunque  comportarsi come se si disponesse di tempo illimitato. Occorre saper gestire bene il tempo e non sprecarlo in cose futili. Nel De brevitate vitae Seneca scrive “Non abbiamo poco tempo ma ne abbiamo perso molto. La vita è lunga abbastanza e ci è stata data con generosità per la realizzazione delle cose più grandi, se fosse stata impiegata bene. Ma quando va persa nel lusso e nell’indolenza, quando non la si spende per nulla di buono, soltanto sotto la minaccia della morte, ci accorgiamo che è passata, e non ci eravamo accorti che passasse”.

Epistulae ad Lucilium

Sul tema del tempo Seneca torna anche nelle Epistulae ad Lucilium. Nella lettera 93 scrive “Ti scongiuro, caro Lucilio: facciamo in modo che la nostra vita, come ogni oggetto prezioso, valga più per il suo peso che per il suo volume”. E nella lettera 101 “Regoliamo i nostri conti con la vita giorno per giorno. Il difetto principale della vita è che essa ha sempre qualcosa d’incompiuto e che se ne rinvia una parte a un’altra volta” (lettera 101). Sono pagine piene di saggezza che ci colpiscono e ci fanno riflettere ancora oggi. Riflessioni profonde che hanno accompagnato Seneca per tutta la vita, e chissà, forse scaturite da vicissitudini che lo hanno messo a dura prova e che lo hanno inevitabilmente segnato.

La condanna a morte

Nel 39 Seneca fu condannato a morte da parte dell’imperatore Caligola per motivi poco chiari. Seneca riuscì a salvarsi, ma con il successivo imperatore Claudio la situazione non migliorò. Infatti fu accusato di adulterio, processato e condannato all’esilio in Corsica per otto lunghi anni. Richiamato a Roma da Agrippina, seconda moglie di Claudio, Seneca divenne l’istitutore del giovane Nerone e poi, quando Nerone nel 54 salì al trono, suo consigliere politico e guida spirituale.

Seneca era fiducioso di poter sortire un influsso positivo sull’imperatore; ma ben presto iniziarono a manifestarsi in Nerone tendenze dispotiche e sanguinarie. Nel 55 Nerone uccise il fratellastro Britannico e nel 59 la madre Agrippina. Seneca gradualmente si allontanò sempre di più dalla corte imperiale e dalla vita politica, si ritirò a vita privata e si dedicò ai suoi studi. Nel 65 la congiura di Calpurnio Pisone ai danni di Nerone fu scoperta e repressa duramente. Molti intellettuali morirono e Seneca, a conoscenza della congiura e forse anche coinvolto, fu costretto al suicidio.

Una vasta produzione

Seneca ci ha lasciato una vasta e ricca produzione letteraria che abbraccia tematiche varie e diversi generi letterari. Seneca ha scritto nove tragedie, l’opera satirica Apokolokyntosis, i Dialogi, tra cui ricordiamo il De brevitate vitae e il De ira, i trattati De clementia e De Beneficiis, le Naturales Quaestiones e infine leEpistulae Morales ad Lucilium.

“Ma il vero bene che non muore, stabile ed eterno, è costituito dalla saggezza e dalla virtù: questo bene è l’unica cosa immortale avuta in sorte dai mortali”.

Le Epistulae morales ad Lucilium sono una raccolta di 124 lettere suddivise in 20 libri, scritte dopo il ritiro dalla vita politica e dedicate al suo amico Lucilio. Con un tono colloquiale  e discorsivo Seneca sviluppa importanti temi etici e filosofici, come la felicità, il dolore, la libertà, il tempo, la vita, la povertà, il saggio, lo stoicismo. Attraverso le sue parole immortali Seneca continua a farci riflettere sui grandi temi dell’esistenza.

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