Biblioteche e musei, dati affluenza ancora in calo rispetto al pre-pandemia
Nel 2021 l’affluenza ai musei è ancora molto inferiore a quella registrata prima dell’emergenza pandemica. I visitatori sono stati 48 milioni e 66mila contro i circa 130 milioni del 2019 (-63%). Stesso trend per le biblioteche: quasi 26 milioni gli accessi fisici accertati, il 49% in meno.

Sono 7.886 le biblioteche e 4.292 i musei aperti al pubblico nel 2021 in Italia, distribuiti in modo capillare sul territorio: in media ogni 100 Kmq sono presenti 3 biblioteche (una ogni 7 mila abitanti) e 2 istituti museali (uno ogni 14 mila abitanti). A rivelarlo l’ultima indagine ISTAT “L’accessibilità di musei e biblioteche – Anno 2021”.
L’affluenza nel 2021 per musei e biblioteche
Nel 2021 l’affluenza ai musei è ancora molto inferiore a quella registrata prima dell’emergenza pandemica. I visitatori sono stati 48 milioni e 66mila contro i circa 130 milioni del 2019 (-63%). Stesso trend per le biblioteche: quasi 26 milioni gli accessi fisici accertati, il 49% in meno.
Gli accessi per persone con disabilità motoria
Tra musei e biblioteche, due su tre sono attrezzati e organizzati per accogliere le persone con disabilità motoria, garantendo accesso e fruizione ai servizi in condizioni di sicurezza e in autonomia. Più ridotta la quota di strutture in grado di favorire la fruizione anche a visitatori con disabilità fisica di tipo cognitivo, visivo e uditivo. In generale, le strutture pubbliche sono organizzate più delle private per l’accessibilità degli spazi, del patrimonio e delle attività.
La differenza tra territori urbanizzati e piccoli centri
I musei dei territori urbanizzati e più densamente popolati favoriscono più degli altri la fruizione culturale delle persone con disabilità. Di contro, nei piccoli centri e nei sobborghi a densità intermedia di popolazione (tra 2mila e 30mila abitanti) c’è una maggiore presenza di biblioteche con dotazioni e servizi dedicati a persone con disabilità.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.