“Motherhood”, la mostra di Marta Jovanovic
Sino al 20 gennaio 2023, presso Maja Arte Contemporanea, la prima collaborazione della galleria romana con l’artista performer Marta Jovanovic, con l’installazione intitolata “Motherhood”

Sino al 20 gennaio 2023, presso Maja Arte Contemporanea, la prima collaborazione della galleria romana con l’artista performer Marta Jovanovic, con l’installazione intitolata “Motherhood”.
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Le opere in mostra
L’opera è la trasformazione scultorea della omonima performance tenuta da Jovanovic nel febbraio 2016 presso lo spazio “O3one Gallery” di Belgrado, durante la quale aveva colpito con un martello – rompendole una ad una – 246 uova appese al soffitto: tante uova quanti i giorni fertili, dal primo menarca dell’artista alla data della performance. Successivamente i gusci frantumati sono divenuti sculture uniche, realizzate in rame elettroformato, numerate e placcate in oro 24K.
“Ogni uovo che ho rotto durante la performance è una opportunità di maternità mancata in favore dell’arte”, afferma con una punta di ironia Jovanovic, che ha così trasformato alchemicamente quanto di più sacrilego sarebbe potuto accadere in un mondo distopico come quello narrato da Margareth Atwood ne “Il racconto dell’ancella”.
Motherhood e la profonda trasformazione personale dell’artista
Se “Motherhood” come performance nasce da un momento di profonda trasformazione personale che aveva portato Jovanovic a rivalutare alcune scelte di vita e a riflettere sullo status di “donna artista” in una società ancora oggi fortemente patriarcale, l’installazione prende sorprendentemente una direzione trasformativa catartica. Siamo accolti da una luminosa costellazione dalle uova d’oro, gusci custodi di desideri in viaggio verso la loro luna, dove – accanto al senno – si raccoglie ciò che si perde, o semplicemente ciò che si trasforma.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.