Macchie mediterranee, la mostra su Franco Maruotti arriva al Muef Art Gallery
Nata nel 2021, Macchie mediterranee è una mostra itinerante sulla pittura di Franco Maruotti. La presente manifestazione, al MUEF ArtGallery di Roma, si svolgerà sino al 25 febbraio 2023

Nata nel 2021, Macchie mediterranee è una mostra itinerante sulla pittura di Franco Maruotti. Il concept espositivo è sato ideato da Virgilio Patarini che ne ha curato i precedenti svolgimenti, il primo a Milano, quindi nel 2022 a Venezia e infine a Nadro in Val Camonica. La presente manifestazione, al MUEF ArtGallery di Roma, è curata da Roberta Sole e da Francesco Giulio Farachi, e si svolgerà sino al 25 febbraio 2023.
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Le opere in mostra
Macchie mediterranee è dunque un viaggio nel viaggio, un percorso di eventi e un percorso visivo ed emozionale lungo i paesaggi, le vedute, le visioni di Franco Maruotti. Il territorio della Puglia settentrionale, l’antica Daunia o Capitanata, territorio di provenienza e residenza di Maruotti, è protagonista nella produzione del pittore, reso ed evocato attraverso le luci, le modulazioni e i contrasti cromatici dei suoi panorami. Per questo l’artista sviluppa una tecnica e un linguaggio che spogliano il dato oggettivo da dettagli e precisioni visive, riducendolo all’essenzialità del colore.
Lo stile di Franco Maruotti
È una pittura fatta per stesura, composizione e aggregazione di macchie di colore, principalmente con l’uso della spatola, e che determina perciò un disorientamento impressionistico nella visione, un abbandono anche ottico e percettivo al fluire delle emozioni. Macchie mediterranee perciò, come la vegetazione che caratterizza il paesaggio, ma anche come enunciazione di un modo pittorico che, con l’immediatezza delle cromie e dei volumi di luce, ritrae la bellezza di uno sguardo e di un sentimento.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.