“Fare Uno dalla Parola al Segno un dialogo possibile”, la collettiva della Galleria Erica Ravenna
Last Updated on 27/03/2023
La Galleria Erica Ravenna dal 29 marzo al 15 luglio 2023 presenta una collettiva dal titolo “Fare Uno dalla Parola al Segno un dialogo possibile”, una selezione di opere di Carla Accardi, Tomaso Binga, Mirella Bentivoglio, Simona Weller, Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Gino Marotta

La Galleria Erica Ravenna dal 29 marzo al 15 luglio 2023 presenta una collettiva dal titolo “Fare Uno dalla Parola al Segno un dialogo possibile”, una selezione di opere di Carla Accardi, Tomaso Binga, Mirella Bentivoglio, Simona Weller, Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Gino Marotta, proseguendo così, a pochi mesi dalla personale di Tomaso Binga, il suo programma espositivo con una riflessione sugli intrecci tra linguaggio e immagine e sulle poetiche che hanno accomunato una linea di ricerca dell’arte contemporanea, nata dalle prime avanguardie del Novecento e sviluppatasi fino ai giorni nostri. La mostra, che vedrà in catalogo testi di Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi, sarà inaugurata mercoledì 29 marzo 2023 alle ore 18.00.
Le opere in mostra
Nella mostra “FARE UNO dalla Parola al Segno un dialogo possibile”, una selezione di opere di artisti che hanno attraversato la seconda metà del Novecento da Carla Accardi a Tomaso Binga, da Mirella Bentivoglio e Simona Weller a Vincenzo Agnetti, da Alighiero Boetti a Jannis Kounellis e Gino Marotta, evidenzia un tipo di sentire comune nell’ambito della ricerca artistica che ha caratterizzato gli anni ’60 e ’70 e allo stesso tempo – in un momento storico di grande attenzione e riscoperta dell’arte al femminile – pone la questione di un confronto tra le “due metà dell’avanguardia”. Il richiamo all’assunto lacaniano della “(im)possibilità di fare UNO”, accompagna quindi tale riflessione attraverso un dialogo a più voci nel quale protagonista è la PAROLA come fondamento dell’immagine “in cui l’essere si riconoscerà e attraverso la quale riconoscerà gli altri”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.