Annie Leibovitz e la vera storia dell’ultima foto a John Lennon prima della morte
Era l’8 dicembre del 1980 quando John Lennon venne ucciso a New York. Quella stessa mattina Annie Leibovitz scatta la sua ultima fotografia, insieme a Yoko Ono. La fotografa li raggiunse al Dakota Building di New York per realizzare un servizio per Rolling Stone…

Era l’8 dicembre del 1980 quando John Lennon venne ucciso a New York. Quella stessa mattina Annie Leibovitz scatta la sua ultima fotografia insieme a Yoko Ono. La fotografa li raggiunse al Dakota Building, Central Park West, New York, per realizzare un servizio per Rolling Stone.
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La storia dello scatto
Dopo aver scattato per un paio d’ore, Lennon chiede alla fotografa di coinvolgere anche Yoko Ono. Annie Leibovitz dice che “nessuno avrebbe voluto una foto di Yoko Ono in copertina”. Dopo qualche discussione Yoko Ono dice sì, ma non voleva spogliarsi integralmente. Si toglie quindi i pantaloni, ma non la maglia. Annie, un po’ spazientita, le dice di restare vestita, mentre Lennon si spoglia. La fotografa utilizza una Polaroid per fotografare questo abbraccio: i due, quando la vedono, esclamano “hai catturato l’essenza della nostra relazione”. Erano le 11:30 della mattina.
Cosa è successo nelle ore successive
Dopo gli scatti, all’uscita del palazzo, John Lennon firma qualche autografo prima di salire sulla limousine. Tra i fan c’è anche Mark David Chapman, colui che la stessa sera, con in tasca una copia del Giovane Holden, ucciderà John Lennon con 5 colpi di pistola. Si trovavano proprio dove si erano incontrati poche ore prima, di fronte alla reception del Dakota. Erano le 22:50.
La copertina di Rolling Stone
La foto finirà sulla copertina di Rolling Stone del 22 gennaio 1981. Verrà impaginata senza testo, senza titoli, senza didascalie. Soltanto con il nome della testata. Nel 2005, l’American Society of Magazine Editors giudica la copertina come la miglior cover della storia.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.