Bronzi di Riace, tutto ciò che si sa delle due misteriose statue di bronzo
Last Updated on 06/07/2023
I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo databili rispettivamente al 460 e 430 a.C., pervenute in eccezionale stato di conservazione e considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca

I Bronzi di Riace sono due statue di bronzo di provenienza greca databili rispettivamente al 460 e 430 a.C., pervenute in eccezionale stato di conservazione. Non a caso sono considerate tra i capolavori scultorei più significativi dell’arte greca, e tra le testimonianze dirette dei grandi maestri scultori dell’età classica.
Cosa avvenne il 16 agosto del 1972
La storia moderna dei due Bronzi inizia il 16 agosto del 1972, quando, in seguito a una vicenda dai risvolti ancora non completamente chiariti, presso la località Porto Forticchio di Riace Marina, furono ritrovate due statue in bronzo, apparentemente senza nessun reperto coevo nei dintorni. Il loro recupero fu eseguito con una imbarazzante leggerezza e con mezzi non appropriati, al punto che venne “dimenticato” sulla spiaggia un grosso pezzo di ceramica tardo antico, posto tra l’avambraccio destro e il torace del Bronzo A per impedire che il braccio stesso potesse danneggiarsi durante il trasporto.
La prima fase del restauro
Dopo il recupero, le statue vennero avviate a un primo restauro, che fu realizzato a tra il 1975 e il 1980 a Firenze. Due furono gli obiettivi dell’intervento: pulizia e conservazione delle superfici esterne; tentativo di svuotamento della terra di fusione posta all’interno delle statue. La rimozione della terra di fusione fu portata avanti nel laboratorio di restauro posto nel Museo di Reggio negli anni 1992-1995, e finalmente conclusa nell’ultimo restauro tra gli anni 2010 e 2013, effettuato presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria, a Palazzo Campanella.
I nomi, le altezze e il peso
Le due statue, denominate “A” e “B”, e ribattezzate a Reggio come “il giovane” e “il vecchio”, sono alte rispettivamente 1,98 e 1,97 m, e il loro peso, originariamente di 400 kg, ora è diminuito a circa 160 kg, in virtù della rimozione della terra di fusione.
La Torre di Casamona
La località di ritrovamento, posta presso un porto mai studiato scientificamente, ma che sembra essere attivo già dall’epoca greca, è altamente significativa. La sua funzione di porto è resa certa dalla presenza della Torre di Casamona, di epoca angioina, anche se datata erroneamente al XVI sec., la cui funzione era quella di proteggere l’approdo e fungere da luogo di esazione delle tasse. Il ritrovamento delle due statue nei pressi del porto avvalora le teorie che mettono in relazione la presenza a Riace dei due Bronzi con il loro trasporto da o verso Roma. Altri particolari, come la presenza della ceramica per proteggere l’integrità della Statua A, sembrano attestare che le due opere erano in viaggio per essere esposte in un altro luogo.
Sono state certamente eseguite ad Argo, nel Peloponneso
Le due statue sono state certamente eseguite ad Argo, nel Peloponneso, come ha dimostrato l’esame delle terre di fusione eseguito dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma. Sono di bronzo, dallo spessore molto tenue, tranne alcuni particolari in argento, in calcite e in rame. Sono in argento i denti della Statua A. In rame sono stati realizzati i capezzoli, le labbra e le ciglia di entrambe le statue, oltre che le tracce di una cuffia sulla testa del Bronzo B. In calcite bianca è la sclera degli occhi, le cui iridi erano in pasta di vetro, mentre la caruncola lacrimale è di una pietra di colore rosa.
Le ipotesi delle differenze cronologiche
I Bronzi di Riace sono opere originali della metà del V secolo a.C., con somiglianze tra loro talmente evidenti da rendere sicura la loro ideazione e realizzazione da parte di un medesimo Maestro. Riguardo alle differenze cronologiche notate da molti studiosi, non si può non riconoscere come, fatta eccezione per la zona addominale e per la resa del volto, il resto del corpo delle due statue sia sorprendentemente simile, con particolari che rendono certa la realizzazione a opera della medesima mano di artista. Tale osservazione porta a considerare coeve le due statue.
Le statue raffigurano un oplita e un re guerriero
Le due statue sono state visibili per molti anni. In epoca romana il Bronzo B fu danneggiato: si determinò la rottura del braccio destro, del quale, fatto unico a nostra conoscenza, fu eseguita una seconda fusione dopo averne fatto un accurato calco. Le due statue raffigurano due opliti, anzi un oplita (Bronzo A) e un re guerriero (Bronzo B).
Due sculture per una sola creazione
I due Bronzi di Riace sono stati eseguiti per essere visti insieme, essendo volutamente simili, se pure diversi. In quest’ottica, sembra poco probabile che un artista, nel dovere fare un gruppo di alcune statue, le facesse tutte simili, senza giocare sui diversi atteggiamenti dei personaggi raffigurati.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.