Anony(fa)mous: a Roma le star diventano anonime
Last Updated on 24/06/2014
Arriva a Roma uno dei più grandi della street art: con “Anony(fa)mous”, la sua prima mostra personale in Italia, Jef Aérosol indagherà il limitare sottile tra celebrità assoluta e assoluto oblio, alla ricerca del punto invisibile dove gli estremi si incontrano e si identificano, per annullarsi, sempre. Senza distinzioni, in una sfida divertita e aperta ai meccanismi della comunicazione contemporanea, capace di glorificare e condannare, stabilire importanza e nullità di esistenze private parimenti degne di attenzione e rispetto.
Come Jef ci rivela: I starify the anonymous and I anonymize the famous. I take them all back to their “human status”, insisting on the fact that, famous or not, we’re all the same and a star is a human being before anything else (Io faccio degli anonimi una star e rendo anonimi i famosi. Li riporto al loro “status umano”, insistendo sul fatto che, famosi o no, siamo tutti uguali e una star è un uomo prima di qualsiasi altra cosa). L’appuntamento, presso la Galleria Wunderkammern in zona Torpignattara, è sino al 19 luglio.
Jean-François Perroy, conosciuto con lo pseudonimo di Jef Aérosol, nato nel 1957 a Nantes, è uno dei pionieri incontrastati della street art internazionale. Jef realizza senza distinzione ritratti di personaggi pubblici o di grande notorietà, e di figure anonime, artisti di strada, passanti, mendicanti, bambini; tutti preferibilmente in bianco e nero e contraddistinti dalla enigmatica freccia rossa, celebre firma e “marchio di fabbrica” dell’artista. In tutto il mondo.
E così ci si imbatte in Samuel Beckett che cammina tranquillamente a Dublino, Amália Rodriguez nella sua Lisbona, i grandissimi Humphrey Bogart e Ingrid Bergman a spasso per Casablanca. L’artista ha collaborato con gallerie, musei ed istituzioni di massimo livello internazionale. Suo è il leggendario “Chuuuttt !!!” un’opera di 350mq eseguita accanto ed in collaborazione con il Centre George Pompidou di Parigi.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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