Teatro dell’Opera e Teatro Eliseo: ultime trattative prima della liquidazione
Last Updated on 28/07/2014
Le ultime ore di speranza prima del tracollo definitivo, anche se le sorti del Teatro dell’Opera di Roma e dell’Eliseo sembrerebbero ormai tristemente certe. E se ne paventa la chiusura. Si cerca la strada di un accordo in extremis, ma nessuno delle parti in causa ci spera più di troppo, che siano sindacati o lavoratori. Figuratevi quanto ci creda Marino.
TEATRO DELL’OPERA – La parola magica che può salvare il Costanzi è referendum sindacale. Oltre il 66% dei lavoratori – con più di 300 firme su 460 dipendenti – ieri ha chiesto di convocare una consultazione interna che possa finalmente «ratificare» il piano di rientro che il soprintendente Carlo Fuortes deve presentare al governo entro fine mese, pena il fallimento per debiti (oltre 25 milioni) del Teatro dove hanno cantato tante star della lirica europea, dalla Callas a Beniamino Gigli.
“A questo punto, non c’è altra strada che la chiusura del teatro”. Così aveva dichiarato il sovrintendente dell’Opera di Roma Carlo Fuortes. Gli ultimi incontri con i sindacati «ribelli» (diciannove dall’inizio della trattativa) non sono andati a buon fine: la Cgil e gli autonomi della Fials hanno scioperato, facendo saltare la terza recita consecutiva di La Bohème .
RECORD ITALIANO – Prima del nostro Teatro, ci sono stati due precedenti all’estero, negli Anni 80 a Parigi e successivamente al Covent Garden di Londra. Ma in Italia no, un teatro lirico non aveva mai chiuso da quando ha forma giuridica pubblica. Domani all’ordine del giorno del Cda del Teatro dell’Opera di Roma ci sarà l’ipotesi liquidazione: ad annunciarlo è stato proprio il sindaco della capitale Ignazio Marino. Che ha così commentato: “Assistiamo all’ostinazione di due sigle sindacali che – prosegue Marino – non vogliono sottoscrivere il piano industriale, condiviso invece dai rappresentanti di gran parte dei lavoratori del Teatro, né sospendere gli scioperi che stanno penalizzando la stagione estiva a Caracalla”.
TEATRO ELISEO – Nel frattempo si fanno sempre più intense anche le trattative per salvare il Teatro Eliseo. In seguito al tavolo di confronto aperto dalla Regione Lazio, che ha coinvolto anche il Comune di Roma e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è in corso la trattativa per la risoluzione dei problemi scaturiti dallo sfratto messo in atto dalla proprietà immobiliare. L’obiettivo deve essere quello della garanzia della continuità dell’operatività del Teatro e quindi del regolare inizio della prossima stagione già programmata oltre al mantenimento dei livelli occupazionali: è possibile farlo, si tratta solo di volerlo.
“1.583 abbonamenti – dichiara in una nota Massimo Monaci, Direttore Artistico del Teatro Eliseo di Roma – sono stati già venduti a poco più di due mesi dall’inizio della campagna, nonostante il caos mediatico intorno al Teatro Eliseo; 32 spettacoli italiani e internazionali, di produzione e di ospitalità, in cartellone; decine di iniziative collaterali e progetti; tutto questo è il Teatro Eliseo, oltre alla sua storia, e tutto questo non può e non deve essere disperso. Le decisioni devono essere prese molto rapidamente, in modo da non pregiudicare lo svolgimento delle attività di un teatro dell’importanza del Teatro Eliseo, riconosciuto dal MIBACT come teatro privato di interesse pubblico, patrimonio culturale della Città, della Regione, del Paese”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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