“Aspettando Godot”: la recensione
Last Updated on 10/04/2019
NON CI SI MUOVE –Un testo assolutamente non facile comprendere all’istante. Per citare Carlo Fruttero “Non c’è da meravigliarsi che uscendo da teatro la gente si chieda cosa diavolo ha visto”! Aspettando Godot di Samuel Beckett è decisamente qualcosa che va accolto con il tempo dei particolari. Quelli che tornano alla mente mentre ancora si osservano e ascoltano gli attori in scena. Una costruzione che segue la linea circolare del tempo. La costante è l’attesa, che non smette mai di emergere all’interno della messa in scena. Si aspetta Godot, la notte, si aspettano le risposte dei personaggi che rompono l’attesa stessa. Non ci si muove mai nonostante la voglia di andare via, di rinunciare.
ASSENZA/PRESENZA –Una regia quella di Maurizio Scaparro, che lascia notevole spazio al testo, riflessione al dramma della vita che spesso e volontariamente, viene dimenticato. Emerge nei personaggi di Estragone (Antonio Salines) e Vladimiro (Luciano Virgilio) un senso di paura e di impotenza nei confronti di Godot che continua a farli attendere, e che probabilmente continuerà a farlo.
Due interpreti che aggiungono ai personaggi una tenera ironia e una gestualità clownesca che ci riporta alla fragilità umana. Di Godot si parla poco ma si capisce bene che osservi da lontano, con un “non si sa quale piacere” a farsi attendere come un ospite poco cordiale, ma fondamentale. E questa sua assenza/presenza “divina” ci ricorda la modalità del dipendere da altri e non da se stessi. I protagonisti ne sono un esempio lampante.
Estragone e Vladimiro non si separano mai, e persino al pensiero del suicidio i due si pongono il problema di chi possa restare vivo (solo) se il ramo non dovesse reggere il peso di uno. Persino Pozzo (Edoardo Siravo) dipende da Lucky (Enrico Bonavera). L’uno guida l’altro, il padrone il servo e il servo il padrone, nonostante i maltrattamenti fisici e morali. Non aspettano Godot, non attendono nessuno vanno avanti per la loro strada e ci confermano grottescamente l’importanza della forza di volontà e delle proprie scelte:
VLADIMIRO: Come fate quando vi capita di cadere quando non c’è nessuno per aiutarvi?
POZZO: Aspettiamo di poterci rialzare da soli. E poi ripartiamo.
Godot non arriva, manda un ragazzo ( Michele Degirolamo) a dire che non verrà. Dunque sta a noi decidere. Aspettare? Sperare in un cambiamento? Andare o agire?
ESTRAGONE: Andiamo.
(Non si muovono).
INFO – Aspettando Godot di Samuel Backett. Regia di Maurizio Scaparro. Con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Pozzo, Enrico Bonavera, Michele Degirolamo. Andato in scena al Teatro Parioli Peppino De Filippo, dal 14 al 24 gennaio.
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Siciliana, anno 1984 . Ho sempre fatto qualcosa inerente l’arte. Danza fino a 20 anni per poi innamorarmi del canto e della recitazione. Ho frequentato l’istituto d’arte della mia città, diventando decoratrice pittorica. Mi specializzo nelle arti performative frequentando una scuola di musical, un’accademia di recitazione. Infine conseguo la laurea alla Sapienza, sempre in teatro. Attualmente sono un’attrice, cantante e regista teatrale; ma non si sa mai! Non si smette mai di imparare, mai.
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