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Intervista a Pamela Ferri: “La mia arte nasce dall’universo”

Last Updated on 13/05/2019

“Ho sempre amato guardare le stelle sin da piccolissima. Mi sono sempre detta che in una prossima vita farò l’astronauta!”

Quelle protagoniste dei quadri di Pamela Ferri sono figure complesse eppur semplicissime. Come connessioni sinaptiche che comunicano tra di loro per la costruzione di qualcosa più grande. Come fili che si intrecciano per diventare ragnatela. Come atomi che anelano a diventare materia. Nelle opere di Pamela c’è scienza e religione, matematica e arte, singolo e società, unione e individualità. Ma c’è, soprattutto, ricerca. La sua Matrice/Mater Stellata, infatti, è l'”uno”, la base di tutto, l’imprescindibile. Ciò da cui tutto parte, per poter poi ritornare.

Pamela Ferri

Chi è Pamela Ferri

Pamela, nata a Tivoli, vive e lavora a Medolago (Bergamo). Dopo un’ istruzione musicale avuta sin da piccola, frequenta l’istituto d’Arte ISA ROMA2, specializzandosi in scultura nel laboratorio di arti plastiche. Approfondisce il rapporto dimensionale della materia frequentando l’Università di Architettura Roma Tre. Nel suo lavoro si concentrano e pongono attenzione varie collaborazioni artistiche, scientifiche e progettuali.

Tutto questo è servito nel trovare una dimensione Unica chiamata MatriceMater Stellata di un SistemaSferico TempoR(e)ale che in sordina, già dal 2000, iniziò ad avere un ruolo fondamentale nella sua ricerca artistica e progettuale. Ha recentemente firmato i seguenti eventi: Citofonare: “Arte” e Casamia, e “M – UNO_come è sempre stato”.

La sua mostra romana dal 30 gennaio

In vista di “Canone inverso”, la nuova mostra della galleria romana SpazioCima, che la vedrà protagonista assieme a Susy Manzo, dal 30 gennaio all’8 marzo, le abbiamo posto qualche domanda. Per capire cosa è per lei l’arte. E perché è così importante…

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Cosa è l’arte per te?

È il togliere senso a tutto ciò a cui noi, comuni mortali, diamo un senso. Non è andare solo oltre le apparenze. Mi spiego meglio: è come dare al diamante la sua visione intera e integra perché quando lo si modella, noi pensiamo di renderlo bello, di dargli un senso. Non è proprio così perché alla struttura del diamante modifichiamo i codici primari dentro la sua Matrice d’origine e non ne vediamo che quello modellato. Ecco, per me l’Arte è il modo di riportare a grezzo il diamante, cercando di riparare i codici che si sono distorti o danneggiati.

Qual è stato il preciso momento in cui ti sei sentita, anche se a livello primordiale, artista?

Come chiedere ad Alice nel paese delle meraviglie in che direzione andare o che dimensione essere. Sinceramente non so, sono nata così; con una visione del cosmo e del mondo per come cerco di comunicarlo. Esprimere ciò che sento, percepisco e penso tramite l’immagine, mi ha fatto rendere conto che forse la strada era ed è quella giusta.

Da cosa (o da chi) trai spunto per la tua arte?

Dall’Universo. La sua magia e potenza è immensa ed infinita. Ho sempre amato guardare le stelle sin da piccolissima. Mi sono sempre detta che in una prossima vita farò l’astronauta! Non a caso, qualche anno fa, mi sono imbattuta in un articolo dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ( INFN ) che mi ha fatto sorridere moltissimo. Il titolo era questo: “Compie 10 anni l’Osservatorio Spaziale Pamela”. Da qui, ho confermato virtualmente l’intuizione della mia prossima vita! O almeno ci credo!

Perché essere un artista oggi può ritenersi difficile?

Credo invece che il difficile è nell’Essere Umani e meno protagonisti di se stessi perché il mondo non gira intorno a noi. Scendiamo dal piedistallo della specialità perché neanche Gesù Cristo si sentiva così speciale e lo era per davvero come altri nella storia della nostra evoluzione. Ogni essere vivente ha una missione, un qualcosa che lo distingue dall’altro ma lo unisce in qualcosa di più grande. Ecco, se sentiamo veramente tutto questo allora possiamo comunicare il nostro dono che inevitabilmente si arricchirà sempre di più. È un lavoro interiore grandissimo, ma che ci riporta al Centro, al Cuore della Vita…

Le tre opere che ti rappresentano di più e perchè.

Partendo dal concetto di MatriceMater come codice unico che ha le sue radici primordiali nella geometria dei frattali, le opere che più possono esprimere questo modo d’ intendere ciò che faccio sono quelle legate all’Installazioni Volanti. Queste hanno passaggi dimensionali che vanno dalla struttura sperimentale (X)nZero realizzata temporaneamente nelle vicinanze di Palermo, alla prima serie di installazioni della MatriceMater Stellata = (Z)nZero con cambio di configurazione, luoghi e dimensioni, fino ad arrivare all’Angelo Rosso, l’installazione volante site-specific per la mostra “Canone Inverso” a SpazioCima. Il perché mi rappresentano di più? Perché mi sembra ogni volta di far atterrare una nuova costellazione dall’ Universo.

Prossimi progetti.

Immediatissimi! L’evoluzione dell’Angelo Rosso, che presenterò per la prima volta a SpazioCima, avrà una seconda metamorfosi sia in dimensioni che in configurazioni a giugno 2019 nella Sala Ciminiera della Filanda di Soncino (Cr) . L’esposizione è a cura del Rotary Club Soncino e Orzinuovi e del suo Presidente Ing. Enzo Montini. Qui potrò sperimentare sicuramente l’espansione totale della MatriceMater su una superficie di circa 600 mq. Immaginiamo di entrare realmente e non solo virtualmente, in dimensioni frattali e percorrerle. Ma intanto, una prima configurazione importante, nella dimensione più piccola e di partenza, sarà materializzata a SpazioCima… e ne sono felice!

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