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Roma nella camera oscura, dal 27 marzo la nuova mostra del Museo di Roma

Last Updated on 09/05/2019

Aprirà mercoledì 27 marzo, e sarà visitabile sino a domenica 22 settembre, la mostra fotografica “Roma nella camera oscura”, presso il Museo di Roma. Un percorso per raccontare l’arte fotografica a Roma, dalla nascita della fotografia ad oggi.

Roma nella camera oscura
Roma nella camera oscura

Il percorso espositivo della mostra “Roma nella camera oscura”

Nella parte iniziale del percorso espositivo, vengono illustrati gli aspetti topografici, storici e sociali che caratterizzarono gli ultimi anni del potere temporale dei papi. Inoltre il percorso permette di documentare gli esordi della fotografia e l’affermarsi della professione del fotografo in una città abituata alla circolazione di immagini. Però destinate soprattutto al pubblico di turisti e pellegrini che la visitavano.

Gli artisti in mostra

Le fotografie in mostra, originali eseguiti con le antiche tecniche della calotipia e della stampa all’albumina, sono opera di famosi fotografi, italiani e stranieri. Parliamo di Gioachino Altobelli, Pompeo Molins, Ludovico Tuminello. Inoltre di Giacomo Caneva, Tommaso Cuccioni, Gustavo Eugenio Chauffourier, Robert MacPherson, James Anderson.

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La storia della fotografia a Roma

L’arte fotografica a Roma nasce nel 1839, anno della presentazione di Daguerre all’Accademia delle Scienze di Parigi del sistema da lui inventato per fissare le immagini su una lamina argentea. Quindi da quest’anno cominciano ad operare i primi dagherrotipisti. Negli anni a seguire Roma è una delle prime città italiane a registrare il passaggio alla fotografia stampata su carta da un negativo, che sarà anch’esso di carta e poi successivamente di vetro.

Dal punto di vista iconografico la fotografia ottocentesca prese le mosse dalla pittura, nel campo della veduta e del ritratto. Cercando ed ottenendo all’ombra di questa una legittimazione delle sue potenzialità artistiche ed una discolpa dall’accusa di mera riproduzione del reale. Però si dovette aspettare la fine dell’epopea risorgimentale e l’annessione al regno italiano perché si creassero a Roma i validi presupposti per un rapido incremento della fotografia. Che non venisse più intesa solo come tecnica di riproduzione associata al ricordo. Bensì come strumento artistico applicabile in tanti altri campi.

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