Artrooms torna a Roma dal 22 al 24 marzo: ecco 12 opere da vedere
Last Updated on 06/11/2019
Torna a Roma, presso il The Church Village Hotel, la fiera inglese “Artrooms Fairs”, dal 22 al 24 marzo
Dopo il successo della prima edizione italiana, che ha contato oltre 4.000 visitatori, torna a Roma Artrooms Fairs, con tanti artisti provenienti da tutto il mondo. La Fiera internazionale, nata a Londra 5 anni fa da Cristina Cellini Antonini, Francesco Fanelli e Chiara Canal, è l’unica al mondo ad offrire spazi espositivi gratuiti ad artisti indipendenti attraverso una selezione che vede ad ogni edizione ricevere domande di partecipazione da oltre 65 paesi nel mondo.
Artrooms a Roma: dove, quando e cosa vedere
Inoltre l’appuntamento romano rinnova la vincente collaborazione con il Gruppo Alberghiero “The Church Resort”. Questo ospiterà la kermesse nel suo “Village”, sito in Via di Torre Rossa, 94. Tre sono le sezioni artistiche ospitate dalla struttura. Quella legata alle sculture (area giardini), quella della Video arte e la sezione stanze (area camere). Questi ambienti verranno trasformati per l’occasione in intimi studi o ampi spazi espositivi. Qui gli artisti potranno incontrare il pubblico e condividere cosi la propria visione.
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Gli eventi speciali in programma
Infine, ad arricchire il programma di questa edizione, ci sarà “No Hunger Project”, un progetto fotografico itinerante di Virginio Favale, che coniuga arte, sport e sociale. E vede l’artista attraversare in bicicletta, nelle prime tre avventure, Europa, Giappone e Stati Uniti d’America. Sempre con molta attenzione all’ambiente e in particolare all’inquinamento, l’installazione a cura di Maupal, l’artista romano Mauro Pallotta presenta una serie di opere “immaginate” tra le rovine romane di un futuro Post-Poletilene.
Alcune opere in mostra
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.