“Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico” a Palazzo Merulana
Last Updated on 09/05/2019
Si aprirà il 21 marzo, e sarà visitabile sino al 17 giugno, presso Palazzo Merulana, la mostra “Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico”, a cura di Fabio Benzi
Si aprirà il 21 marzo, e sarà visitabile sino al 17 giugno, presso Palazzo Merulana, la mostra “Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico”, a cura di Fabio Benzi. Pittore complesso e poliedrico, di difficile classificazione in un settore circoscritto della ricerca artistica, l’artista sconfina nei territori più disparati: dalla pittura figurativa a quella astratta, dalla scultura alla decorazione. Poi ancora dal design alla moda allo spettacolo.
La nuova mostra di Palazzo Merulana
Insomma, un autore trasversale, sempre con un ruolo da protagonista, con una sua visione personale ed inconfondibile. Balla ha il gusto della sperimentazione e il dono dell’intuizione geniale. Viene ritenuto il pioniere di una ricerca approfondita sulla genesi e la struttura funzionale della forma.
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“Giacomo Balla. Dal Futurismo astratto al Futurismo iconico”
La mostra si propone di indagare un particolare passaggio di stile della produzione del pittore torinese, partendo dall’opera Ritratto di Primo Carnera (1933), custodita all’interno della collezione permanente di Palazzo Merulana, un’opera eccezionale della produzione del Maestro futurista. Dipinto sui due lati, da una parte è rappresentato un soggetto tipicamente futurista, Vaprofumo, del 1926.

Pochi anni dopo, nel 1933, l’artista dipinge sul verso un quadro del tutto differente, Primo Carnera. Questo dipinto si ispira a una foto di Elio Luxardo, il quale aveva ritratto il pugile pubblicato per la prima pagina della “Gazzetta dello Sport” nel 1933, quando diventò Campione del Mondo. L’intenzione di far coincidere l’immagine dipinta con l’effetto del rotocalco è ottenuta da una rete di metallo su cui poi l’artista dipinge, con un effetto di “retinatura”, identico a quello prodotto dalle immagini a stampa dei giornali.
Balla precursore della pubblicità moderna
Un quadro retorico, una messa in scena trionfalistica dei muscoli e della prestanza fisica del mitico campione. In realtà il ritratto di un’icona sociale e pubblica conferma come viene percepita attraverso la pubblicità e l’immagine stampata sui giornali. Infatti la rete applicata sulla superficie sulla quale Balla ha dipinto è una chiara allusione al retino tipografico della stampa, una allusione alla divulgazione mediatica, all’affiche pubblicitaria. Insomma, in anticipo di circa 30 anni sulla Pop Art di Andy Warhol, una premonizione di come l’universo mediatico e pubblicitario si riverserà nei linguaggi e nella comunicazione artistica.
Le opere in mostra
Tendente verso un nuovo linguaggio del Futurismo, una figurazione moderna e “mediatica”, l’artista sperimenta immagini che si associano fortemente, quasi violentemente, alla fotografia di moda e al cinema dell’epoca, e alla nascente iconicità dei divi mediatici. In mostra si riuniscono, oltre ad alcuni dipinti più esplicitamente futuristi eseguiti negli stessi anni, le opere eseguite con quella tecnica a “retinatura”. Quindi mettendole a confronto con le immagini dei divi, realizzate da grandi fotografi come Luxardo e Ghergo, e con le riviste dell’epoca.
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Chi è Giacomo Balla
Giacomo Balla (1871–1958) è tra i primi protagonisti del divisionismo italiano, quando nei primi anni del ‘900 comincia a dipingere quadri di matrice pointilliste, senza aderire pienamente al programma dei suoi massimi esponenti. Inoltre diviene un esponente di spicco del Futurismo, firmando con Marinetti e altri tra cui Boccioni, Carrà e Russolo, i manifesti che sancivano gli aspetti teorici del movimento, il primo nel 1909 e in particolare nell’anno seguente, il Manifesto dei pittori futuristi. Dopo diversi anni di coinvolgimento attivo, nel 1937 scrive una lettera al giornale Perseo con la quale si dichiara estraneo alle attività futuriste. Infine le opere degli anni ‘30 sono contrassegnate da un ritorno, seppur innovativo, alla figurazione.
Palazzo Merulana, una florida realtà

Una bellissima realtà rinata dopo un restauro durato cinque anni, fortemente voluta dai fondatori Elena e Claudio Cerasi in sinergia con CoopCulture. La Fondazione Elena e Claudio Cerasi custodisce una ricca collezione d’arte moderna e contemporanea, principalmente incentrata sull’arte della scuola romana e italiana del Novecento.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.