Depero, Balla e il capolavoro di Crali: i grandi del Futurismo in una mostra
Tra le opere esposte, anche quella che è considerata la summa dell’aeropittura: “Incuneandosi nell’abitato”, capolavoro di Tullio Crali

Proseguirà sino al 15 settembre 2019 la mostra “Senza tema” della galleria Futurism and Co, vicino Piazza di Spagna. L’esposizione, a cura di Giancarlo Carpi, propone circa settanta opere, con tantissimi nomi illustri del Futurismo, la corrente fondata da Tommaso Marinetti nel 1909. Da Fortunato Depero a Umberto Boccioni, da Primo Conti a Giacomo Balla.
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“Incuneandosi nell’abitato”, il capolavoro di Tullio Crali
Tra le opere esposte, anche quella che è considerata la summa dell’aeropittura. “Incuneandosi nell’abitato”, capolavoro di Tullio Crali, è stato dipinto nel 1938, e proietta lo spettatore nella cabina di pilotaggio di un aereo in picchiata verso i palazzi di una città. Una sensazione che l’artista conosceva, essendo stato ammesso, da giovane, a partecipare ad alcuni voli aerei. Una passione, questa, che l’avrebbe portato a dedicare una serie di quadri alle Frecce Tricolore da ottantenne. L’opera, che appartiene al grande collezionista Massimo Carpi, la cui figlia, Francesca, dirige la galleria, sarà esposta fino a metà giugno. Mentre tutte le altre opere rimarranno visibili fino al 15 settembre.
“L’opera futurista – dichiara il curatore Giancarlo Carpi – si basa sul superamento del limite che a volte essa stessa pone. Sullo sconfinamento tra generi artistici, tra linguaggi e tra espressioni mediali. L’opera futurista ambisce alla lucentezza del metallo e all’immaterialità delle sensazioni, ai profumi e al gusto. L’opera futurista considera il suo “soggetto”, un’automobile, un concerto, una paesaggio aereo, una motocicletta o un bicchiere, come altrettante essenze che si trasferiscono ed esprimono nel loro moto. Nell’opera futurista la materia prende vita e l’uomo è pensato in quella stessa materia, come se fosse diventato qualcos’altro. Così si apre a un futuro, determina la possibilità del suo futuro”.
Le altre opere in mostra
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.