Geppi Cucciari al Brancaccio è “Perfetta”, la recensione dello spettacolo
Last Updated on 10/01/2020
C’è tempo sino a domenica sera per scoprire la nuova performance teatrale di Geppi Cucciari. Appuntamento al Teatro Brancaccio con Perfetta, l’ultimo monologo scritto da Mattia Torre. A seguire una tournée che porterà l’attrice da Modena a Taranto.

I romani hanno tempo sino a domenica 12 gennaio per scoprire la nuova performance teatrale di Geppi Cucciari. Appuntamento al Teatro Brancaccio con Perfetta, l’ultimo monologo scritto da Mattia Torre, uno dei drammaturghi più influenti e attivi nella scena televisiva e teatrale italiana scomparso lo scorso 19 luglio. E che l’attrice ha omaggiato a conclusione della prima andata in scena ieri sera.
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La trama dello spettacolo
Il monologo, lungo 70 minuti circa, racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile. Geppi Cucciari si trova per la prima volta alle prese con un testo non unicamente comico. Con toni che, talvolta, si fanno drammatici, per poi tornare esilaranti dopo pochi attimi. Interpreta una venditrice d’automobili, moglie e madre, che conduce una vita regolare nella quale trovano posto il lavoro, la famiglia, gli impegni e moltissime responsabilità.
Il racconto analizza i martedì di quattro settimane differenti, giornate identiche nei ritmi ma diverse nella percezione. Le donne lo sanno, a causa delle variazioni delle quattro fasi del ciclo, cambiano i gli stati d’animo, le reazioni, le emozioni e gli umori della protagonista. Durante ognuna di queste si imbatte in competizioni professionali, clienti imbarazzanti, telefonate di call cente e bagni troppo tecnologici. In un “ciclo” continuo di situazioni e di personaggi.

Il nostro commento
Geppi Cucciari è un’autentica fuoriclasse italiana. Ce lo ha dimostrato negli anni, lungo tutta la sua carriera, teatrale e televisiva. Un iter professionale mai scontato, sempre misurato e di alto livello. Nota e amata per il suo essere pungente e (ironicamente) sadica, senza mai essere offensiva e banale, nel “lungo” monologo, perfettamente in linea con il bellissimo e delicato testo di Mattia Torre, si muove tra momenti più incalzanti, fatti di battute e strali contro tutto e tutti, a quelli più pacati, in cui emerge la sua verve più malinconica, riflessiva, introspettiva.
Pur rimanendo, ovviamente, un testo prettamente comico, la parte finale, frutto di un attento bilanciamento di reiterazioni temporali e di gag sempre differenti ma collegate, sembra quasi una poesia. Dedicata alla donna e alle sue fragilità, che spesso diventano caratteristiche e potenzialità. Così la donna diventa perfetta, come la luna, nonostante tutte le sue fasi alterne.
Fare un monologo di circa 70 minuti non è semplice. E non far avvertire allo spettatore il tempo che passa (volando), senza l’esigenza di controllare l’orologio o le notifiche sul proprio smartphone, è un’impresa dura. Quasi colossale. Lei ci riesce con estrema naturalezza, grazie anche a un delicato, ma efficace, intervento di suoni e luci, e a un sempre ben studiato equilibrio di presenza sulla superficie totale del palcoscenico. Una piéce perfetta, davvero. Di nome e di fatto.
Indirizzo, orari e costi
Luogo: Teatro Brancaccio.
Indirizzo: Via Merulana, 244, Roma.
Date: sino al 12 gennaio.
Orario: da giovedì a sabato ore 20.45, domenica ore 17.
Durata: 70 minuti circa.
Biglietti: da 21 a 33 euro.
Le prossime date di gennaio e febbraio, da Modena a Taranto
Gennaio – 15 – Modena, Teatro Storci. 16 – Faenza (RA), Teatro Masini. 17 – Cascina (PI), La Città del Teatro. 22 – Asti (AT), Teatro Alfieri. 23 – Savigliano (CN), Teatro Milanollo. 24 – Varese, Openjobmetis. 27 – Napoli, Teatro Diana.
Febbraio – dal 6 al 9 – Bari, Teatro Piccinni. 12 – Barletta, Teatro Curci. 13 – Brindisi, Nuovo Teatro Comunale Giuseppe Verdi. 14 – Taranto, Teatro Orfeo.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.