Stefano Bolcato: “L’arte ha un ruolo salvifico e rigenerante”
Last Updated on 27/01/2020
Stefano Bolcato, “l’artista dei Lego”, ci racconta il suo battesimo artistico, davanti a un Botticelli. E ci confida anche le sue vecchie passioni “pop”, dall’Uomo Ragno a Ufo Robot…

Stefano Bolcato non è un artista che ha bisogno di tante presentazioni, perché le sue opere. sempre belle e divertenti, sono, soprattutto negli ultimi mesi, davvero sotto gli occhi di tutti. Stefano dimostra sin da subito una particolare attitutidine e un altrettanto interesse nei confronti del disegno, della pittura, della fotografia e del video. Ma è con gli omini della Lego che trova la sua consacrazione nazionale.
Uno stile che nasce proprio da una forte passione per questo gioco. Che Bolcato combina e fonde con l’altra sua passione, quella per la pittura, facendo incontrare i celebri mattoncini con i grandi artisti della storia dell’arte. Una forma di arte pop che, per mezzo della pittura ad olio, crea un ponte tra elementi di un gioco contemporaneo molto noto, e richiami a importanti informazioni e valori presenti della storia dell’arte.
In attesa di rivederlo a febbraio presso l’Afnakafna Gallery con due collettive “molto pop”, l’abbiamo contattato per porgli cinque domande. Partendo, ovviamente, dalla nostra preferita.
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Cinque domande a Stefano Bolcato, tra arte e passioni
Stefano, cosa è l’arte per te?
La considero un’area protetta, un percorso di conoscenza e uno spazio mentale creativo dove si pratica sperimentazione, un privilegio che molti dovrebbero concedersi. L’arte ha un ruolo salvifico e rigenerante, ha una ricaduta positiva reale, concreta, sul possibile stato di salute della società nel futuro. Svolge una funzione fondamentale nel manifestare ed esporre quanto di più profondo e insondabile è presente nell’essere umano.
Qual è stato, nonché come e quando, il tuo primo approccio, seppur primordiale, con l’arte?
Difficile individuare un momento esatto, ho sempre avuto un senso della manualità spiccato. Penso che sia iniziato cosi il mio percorso di ricerca artistica e associato alla manipolazione. Le visite a mostre e musei da bambino hanno sicuramente contribuito alla mia formazione. In particolare una visita agli Uffizi, la visione delle opere di Botticelli ad esempio è qualcosa che non si dimentica. La fortuna di essere nato a Roma, di vivere in Italia.
Una domanda curiosa, neanche troppo stupida: ma con i Lego ci giocavi sul serio?
Tantissimo, è stato e in fondo lo è ancora, il mio gioco preferito. La base di quanto poi ho prodotto, credo si trovi proprio nell’uso dei mattoncini colorati da bambino. La semplicità che si fonda sull’assemblaggio e la creazioni di modelli sempre nuovi, sempre diversi, aiuta stimola e alimenta il piacere per la creazioni di modelli alternativi. In fondo il mio lavoro ancora oggi si basa su una sfida continua, su forme e associazioni da sperimentare.
Quali erano i tuoi riferimenti “pop” da ragazzo, quelli con cui sei cresciuto, e ai quali sei legato talmente tanto da portarli con te nella tua arte?
Amavo molto i cartoni animati come quelli in TV di Super Gulp, l’Uomo Ragno, Nick Carter, il Gruppo TNT , ma anche Ufo robot o Napo orso capo e altri. Poi la passione per le moto e i motori, fino ad arrivare ai grandi Maestri dell’arte.
Tre opere (tue) a cui sei più affezionato e perché.
Sono tre opere particolarmente significative che fanno parte del mio percorso artistico a partire dal 2006.
“Big Bang”: un dipinto che richiama l’origine dell’universo. Riprende le risposte date in precedenza, una possibile rappresentazione dell’origine del mio universo creativo.
“Non erano rose”: questo è il primo dipinto di una serie dedicata al tema della violenza domestica, risale al 2008. In seguito poi ho elaborato altre opere legate a temi sociali, come le morti bianche, le missioni di pace o la crisi economica mondiale.
“Fanciullo con disegno”: dipinto murale del 2016 che si trova nel parco di Santa Maria della Pietà a Roma. Questo lavoro fa parte di un progetto chiamato #iononmilasciofregare, nato come risposta al grave furto di 17 importanti opere dal Museo Civico di Castelvecchio a Verona. Ideato, prodotto e realizzato grazie al contributo di Omino71, Maurizio Mequio, Stefano Cristi e molti altri artisti. Dopo questo lavoro è iniziata la serie dedicata alla rivisitazione di opere della Storia dell’Arte.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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