Fabrizio Corneli, luci e ombre in mostra a Villa Borghese
Aprirà l’11 giugno, sino al 20 settembre 2020, la mostra “Fabrizio Corneli. Un arcobaleno per il Museo Bilotti”, nella bella location di Villa Borghese.

Aprirà l’11 giugno, sino al 20 settembre 2020, la mostra “Fabrizio Corneli. Un arcobaleno per il Museo Bilotti“, nella bella location di Villa Borghese. La personale dell’artista Fabrizio Corneli propone una serie di opere realizzate attraverso la proiezione di luci che si riflettono su superfici e materiali di diversa tipologia.
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Le opere in mostra
Alle origini del lavoro dell’artista vi è l’indagine percettiva sulla soglia estrema dell’ombra e della luce. L’indagine sull’ombra è applicata al fenomeno dell’anamorfosi e quella sulla luce la rappresenta come aureola ed emanazione di uno stato energetico interiore. Il progetto espositivo che è presentato al Museo Carlo Bilotti percorre il processo artistico di Fabrizio Corneli sintetizzandolo in tre fasi: anamorfosi, elaborazioni ottiche e ingresso nell’autorappresentazione della luce.
Chi è l’artista
Fabrizio Corneli nasce a Firenze il 21 Marzo 1958. Studia all’Accademia di Belle Arti di Firenze dove si diploma nel 1980. Risale al 1979 la prima mostra, “Le alternative del nuovo”, presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, dove Corneli espone lavori sulle ombre e la luce, materiali che ne contraddistingueranno il lavoro nel corso del tempo. Da allora seguono numerose mostre personali e collettive in molti paesi.
Orari, costi e indirizzo
Luogo: Museo Carlo Bilotti Aranciera di Villa Borghese
Indirizzo: via Campania 39/A, Roma.
Date: dall’11 giugno al 20 settembre 2020.
Orari: Da martedì a venerdì e festivi ore 13.00 – 19.00. Sabato e domenica ore 10.00 – 19.00. Ingresso consentito fino a 30 minuti prima.
Biglietto: ingresso libero.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.