Shepard Fairey, 30 anni di dissenso in mostra alla Galleria di Arte Moderna
Last Updated on 17/09/2020
Dal 17 settembre al 22 novembre 2020, presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la mostra “Shepard Fairey. 3 decades of dissent”. L’artista è diventato internazionalmente noto a partire dalla celeberrima campagna di sticker, diffusa in modo virale, con il volto del campione di wrestling “OBEY The Giant”

Aprirà il 13 giugno Dal 17 settembre al 22 novembre 2020 (NDR, nuove date post lockdown) presso la Galleria d’Arte Moderna di Roma, la mostra “Shepard Fairey. 3 decades of dissent”. L’artista è diventato internazionalmente noto a partire dalla celeberrima campagna di sticker, diffusa in modo virale, con il volto del campione di wrestling “OBEY The Giant”.
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Obey, l’artista di Hope
L’artista ha raggiunto successivamente l’apice della sua fama grazie al suo noto ritratto di Obama rappresentato dall’artista nel poster Hope del 2008 in occasione della campagna presidenziale. Fairey presenta le icone che hanno caratterizzato il suo lavoro fino ad oggi, che attraverso contatti, suggestioni ed interferenze dialogano con le opere della collezione della Galleria d’Arte Moderna di Roma, in una serie di rimandi tematici, iconografici e politici. In contemporanea alla mostra un’installazione di Sten Lex, ideatori della tecnica dello stencil poster, con un’opera che pone l’accento su una rinascita estetica a Roma.
Chi è Shepard Fairey
Frank Shepard Fairey (Charleston, 15 febbraio 1970) è un artista statunitense. Figlio di un medico e di un agente immobiliare, Fairey cresce nella Carolina del Sud, compie studi artistici e nel 1988 si diploma presso l’Accademia d’arte. Nel 1989 idea e realizza l’iniziativa Andre the Giant Has a Posse; dissemina i muri della città con degli adesivi (stickers) che riproducono il volto del lottatore di lotta libera André the Giant; gli stessi sono stati poi replicati da altri artisti in altre città.
Lo stesso Fairey ha poi spiegato che non vi era nessun significato particolare nella scelta del soggetto, il senso della campagna era quello di produrre un fenomeno mediatico. E di far riflettere i cittadini sul proprio rapporto con l’ambiente urbano. Ma l’iniziativa che ha dato visibilità internazionale a Fairey è stato il manifesto Hope. Questo riproduce il volto stilizzato di Barack Obama in quadricromia. Ed è diventato l’icona della campagna elettorale che ha poi portato il rappresentante democratico alla Casa Bianca.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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