Unesco: la Macchina di Santa Rosa a Viterbo, patrimonio immateriale dell’umanità
Una torre alta circa trenta metri per cinquanta quintali di peso. Illuminata dalla luce di tante fiammelle, viene portata a spalla da oltre cento uomini lungo un percorso di oltre un chilometro. Parliamo della Macchina di Santa Rosa da Viterbo…

Foto tratta da Visit.viterbo.it
Una torre alta circa trenta metri per cinquanta quintali di peso. Illuminata dalla luce di tante fiammelle, viene portata a spalla da oltre cento uomini lungo un percorso di oltre un chilometro. Parliamo della Macchina di Santa Rosa da Viterbo, che la sera del 3 settembre sfila per le vie del centro storico, rinnovando il tradizionale evento, unico al mondo. Un appuntamento che ha più di settecentocinquanta anni di storia.
Tra i grandi nomi che hanno assistito a questo evento, anche quelli di Papa Wojtila e il Principe Carlo d’Inghilterra. La festa rientra nella Rete delle grandi macchine a spalla italiane, dal 2013 inserita nel Patrimonio orale e immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Il titolo è stato conferito alla Rete delle grandi Macchine a Spalla italiane (con la Macchina di Santa Rosa anche i Gigli di Nola, la Varia di Palmi, i Candelieri di Sassari).
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Le origini della “Macchina”
Le origini della Macchina risalgono agli anni successivi al 1258. Tale tradizione nasce per ricordare la traslazione del corpo di Santa Rosa da Viterbo (1233 – 1251) dalla Chiesa di S. Maria in Poggio al Santuario a lei dedicato, avvenuta il 4 settembre per volere di papa Alessandro IV. Si volle così ripetere quella processione, trasportando un’immagine o una statua della Santa illuminata su un baldacchino. Una tradizione che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali. In tutti i sensi.
Un omaggio alla patrona della città
Quella della Macchina dedicata a Santa Rosa è una prova di forza e di fede nei confronti della patrona della città, morta nel 1251 ad appena diciotto anni. Una ragazzina che, pur di famiglia umile, offrì la sua vita a Dio e ai poveri della sua città. L’Amministrazione Comunale, ogni cinque anni, indice un concorso per cambiarla.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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