I grandi siti dell’Unesco: Villa d’Este a Tivoli, il giardino all’italiana più bello d’Europa
Capolavoro del Rinascimento italiano e uno dei grandi siti laziali del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, la villa d’Este di Tivoli rappresenta un esempio unico di giardino all’italiana del Cinquecento.

Capolavoro del Rinascimento italiano e uno dei grandi siti laziali del Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, la Villa d’Este di Tivoli rappresenta un esempio unico di giardino all’italiana del Cinquecento. Oggi questo straordinario complesso è famoso in tutto il mondo per le splendide fontane che lo decorano, caratterizzate dai pregevoli e suggestivi giochi d’acqua e per essere il “giardino all’italiana” più bello d’Europa.
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La storia di Villa d’Este
A volere la villa fu il cardinale Ippolito d’Este figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, su un sito già anticamente sede di una villa romana. Quindi realizzata da Pirro Logorio. Il cardinale ferrarese, divenuto nel 1550 governatore della città laziale, desiderava una residenza adeguata al suo nuovo status. Il complesso forma un quadrilatero irregolare e copre un’area di circa 4,5 ettari. La pianta della villa è irregolare poiché l’architetto fu costretto a utilizzare alcune parti del preesistente edificio monastico.
Le caratteristiche del giardino
Il giardino di Villa d’Este si estende lungo pendii scoscesi che scendono dal palazzo. Fino a una terrazza pianeggiante alla maniera di un anfiteatro. Ciascuno deincinque principali assi trasversali del giardino termina in una fontana. Questa sistemazione degli assi e dei moduli fu adottata per nascondere la forma irregolare del giardino. Per modificare attraverso un illusione ottica la relazione tra le dimensioni trasversale e longitudinale. E per dare al palazzo una posizione centrale, sebbene esso sia fuori allineamento rispetto al complesso architettonico.
Le fontane e gli interni
Il giardino di fontane costituisce un capolavoro di ingegneria idraulica. Sia per quanto riguarda la concezione generale dell’impianto, che per la complessità del sistema di distribuzione e per la realizzazione dei molteplici giochi d’acqua, con l’introduzione dei primi automi idraulici in Italia. Particolarmente interessanti sono anche gli interni. Il piano nobile, infatti, fu decorato e dipinto da un nutrito gruppo di artisti, sotto la direzione di Livio Agresti da Forlì.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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