Pier Paolo Pasolini negli scatti di Dino Pedriali: la nuova mostra della galleria Rhinoceros
Last Updated on 08/06/2020
Più di cento foto di Dino Pedriali, il “Caravaggio della fotografia del Novecento”, appartenenti alla Collezione di Alda Fendi, nella mostra dedicata a Pier Paolo Pasolini, presso la galleria romana Rhinoceros, sino al 20 settembre.

Più di cento foto di Dino Pedriali, definito il “Caravaggio della fotografia del Novecento”, facenti parte della Collezione di Alda Fendi, ammirabili nella mostra “Ti impediranno di splendere. E tu splendi invece” su Pier Paolo Pasolini. Appuntamento presso la galleria di Roma Rhinoceros, dal 6 giugno al 20 settembre. A cura di Raffaele Curi.
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Le opere in mostra
Solo di qualche giorno prima gli scatti nella casa di Chia, nel viterbese. Poi l’omicidio: il fotografo Dino Pedriali raccontò di aver saputo della morte di Pier Paolo Pasolini dopo aver lavorato tutta la notte per portare, proprio a lui, le fotografie che gli aveva scattato non molto prima. Immagini in bianco e nero, come il celebre primo piano del volto, una mano appoggiata sul mento e lo sguardo intenso verso l’ osservatore. Ancora, i 15 scatti in cui PPP è ritratto nudo come il modello di una statua dell’antichità.
Tra nudi e Circeo
Le immagini dei nudi del poeta sul letto, mai esposti prima, in piedi o seduto mentre legge un libro, tra la vegetazione, rappresentano il nucleo più forte dell’esposizione. Il fotografo romano ha colto il grande intellettuale accanto alla macchina per scrivere, scapigliato sul lago con il Circeo sullo sfondo. Una sola foto ricorda poi l’omicidio all’ Idroscalo di Ostia il 2 novembre 1975. Non manca, ovviamente, la riproduzione della pagina del ‘Corriere della Sera’ con ‘l’articolo delle lucciole'”. Il sottofondo sonoro dell’esposizione fa eco dall’Edipo Re ma è la voce di Pier Paolo Pasolini ad accompagnare lungo l’intero percorso. Venti persone ogni mezz’ora possono accedere alla mostra, con ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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