Intervista a Francesco Ciaffi: “Istituzioni miopi, non comprendono il potenziale occupazionale ed economico delle gallerie”
Era il 1974 quando Gianfranco Ciaffi fondò quella che oggi è la galleria d’arte Edarcom Europa. Dal 2005, però, ad affiancarlo c’è anche il figlio Francesco. Li abbiamo contattati per parlare di lockdown e di arte, di bisogni e fabbisogni. In arrivo in autunno, nel loro spazio, la personale di Ernesto Piccolo, dedicata a Dante Alighieri, e quella di Mario Ferrante.

Era il 1974 quando Gianfranco Ciaffi fondò quella che oggi è la galleria d’arte Edarcom Europa. Il figlio Francesco lo affianca nella direzione della galleria dal 2005. Numerosi i nomi trattati cui la galleria ha dedicato, in oltre quaranta anni di attività, importanti mostre di approfondimento. Tra i più rappresentativi si segnalano Ugo Attardi, Enrico Benaglia, Ennio Calabria, Angelo Colagrossi, Marta Czok, Mario Ferrante, Franco Fortunato, Piero Mascetti, Carlo Roselli, Lino Tardia e Renzo Vespignani. Tra le collaborazioni più recenti meritano di essere annoverati Mauro Molle e Mariarosaria Stigliano.
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Si è sentito supportato, in quanto gallerista, dalle Istituzioni durante e dopo il lockdown?
Reputo che il supporto delle istituzioni nell’emergenza Covid sia stato sufficiente. Rinvii delle scadenze, cassa integrazione in deroga, prestiti garantiti dallo stato e da ultimo il contributo a fondo perduto sono stati sostegni economici importanti che hanno permesso la sopravvivenza dell’attività nel breve termine. E’ fuori da questa emergenza che il problema del supporto delle istituzioni al settore di cui faccio parte rimane enorme e, a mio parere, è dovuto soprattutto alla visione miope per cui non si comprende, ahimè temo per ignoranza, il potenziale occupazionale ed economico delle gallerie e del sistema dell’arte in generale.
Come pensate, concretamente, sarebbe opportuno agire per supportare tutta la filiera artistica?
E’ proprio il riconoscimento della “filiera artistica” che manca. Le gallerie non devono essere considerate solo esercizi commerciali ma anche luoghi di produzione culturale. Gli artisti non possono essere trattati come liberi professionisti o artigiani ma devono essere messi nella condizione di vivere del proprio lavoro con la possibilità della discontinuità dei guadagni e della atipicità del loro luogo di lavoro. Alla fine tutto si può ricondurre ad una necessaria rimodulazione degli obblighi fiscali e amministrativi delle categorie coinvolte.
L’online è davvero un’opportunità per l’arte?
Indubbiamente, oggi più che mai, la presenza online di una galleria e dei suoi progetti è indispensabile per l’informazione del pubblico e l’attrazione di nuovi collezionisti. La nostra galleria ha inaugurato lo scorso anno un nuovo sito che permette di visionare tutte le opere del nostro catalogo con la possibilità di procedere al loro acquisto in tutta sicurezza. Oltre al sito utilizziamo molto anche i principali social (Facebook, Instagram Youtube) per veicolare notizie e approfondimenti sulla nostre attività e sul lavoro dei nostri artisti.

Come riprenderanno, tra regole da seguire e online, le vostre attività estive?
Le norme sul distanziamento hanno comportato un ripensamento dell’attività della galleria in occasione della riapertura del 18 maggio scorso. Abbiamo preferito rimandare le mostre personali e abbiamo organizzato una grande collettiva con le opere di tutti gli artisti della galleria. La clientela è stata avvisata delle nuove modalità di fruizione della galleria e siamo stati piacevolmente sorpresi dall’interesse dimostrato. Fino al 1° agosto manterremo questo allestimento con oltre 400 opere tra dipinti, sculture e grafica d’autore di artisti del secondo ‘900 e contemporanei.
Quali le mostre e i progetti che arriveranno durante l’autunno e l’inverno?
Il progetto più importante dell’autunno sarà sicuramente la personale di Ernesto Piccolo, artista fiorentino caro alla nostra galleria, dedicata alla immensa figura di Dante Alighieri alla vigilia delle celebrazioni per i 700 anni dalla morte. Altri progetti riguarderanno le nuove produzioni degli altri artisti che rappresentiamo, in particolare un’attesissima nuova personale di Mario Ferrante.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.