Trastevere: Piazza Trilussa, la fontana dell’Acqua Paola e la poesia del poeta romano
Last Updated on 02/11/2020
Piazza Trilussa, in passato nota come Piazza Ponte Sisto, ospita la fontana dell’Acqua Paola, edificata nel 1613 dal fiammingo Jan van Santen, anticamente a Via Giulia e poi smontata, nonché la statua di bronzo del poeta Trilussa, realizzata dallo scultore Lorenzo Ferri nel 1954

La famosa Piazza Trilussa del quartiere Trastevere, in passato nota come “Piazza Ponte Sisto”, ospita la fontana dell’Acqua Paola, edificata nel 1613 dal fiammingo Jan van Santen, e la statua di bronzo del poeta Trilussa, realizzata dallo scultore Lorenzo Ferri nel 1954.
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La storia della fontana
Piazza Trilussa in passato era nota come “Piazza Ponte Sisto”, dal nome del ponte che la collega dalla zona di Campo dei Fiori al Rione Trastevere. Al suo centro si trova la fontana dell’Acqua Paola, che anticamente si trovava a Via Giulia. Ma spostata qui nel 1898 dopo la costruzione dei muraglioni di Trastevere. Questa è stata edificata nel 1613 dal fiammingo Jan van Santen (1550-1621), noto in Italia con il nome di Giovanni Vasanzio. E in collaborazione con Giovanni Fontana (1540-1614).
La fontana è stata smontata nel 1879 per la realizzazione degli argini del Tevere che impose la distruzione dello stesso Ospizio dei Mendicanti. Soltanto nel 1898 fu ricostruita sulla sponda destra del fiume, concepita come una struttura isolata, in asse con ponte Sisto ed in collegamento visivo con l’imponente mostra dell’Acqua Paola collocata sulla sommità del Gianicolo. I basamenti delle due colonne che circondano la fontana sono decorati con draghi, simbolo araldico della famiglia Borghese, famiglia nobile originaria di Siena.
La statua di Trilussa
Affianco alla fontana si trova la statua di bronzo del poeta Trilussa. Che sarebbe lo pseudonimo, nonché l’anagramma del cognome di Carlo Alberto Salustri, poeta italiano che ha vissuto a cavallo fra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, famoso per le poesie in dialetto romanesco per creare un effetto comico. Questa statua, realizzata dallo scultore Lorenzo Ferri nel 1954, raffigura il poeta chino su un plinto di marmo come se stesse declamando le sue poesie, una delle quali è incisa sotto la scultura.
La poesia della scultura
La poesia si intitola “All’ombra” e recita così: “Mentre me leggo er solito giornale spaparacchiato all’ombra d’un pajaro, vedo un porco e je dico: – Addio, majale! vedo un ciuccio e je dico: – Addio, somaro! Forse ‘ste bestie nun me capiranno, ma provo armeno la soddisfazzione de poté dì le cose come stanno senza paura de finì in priggione”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.