Natale 2020 a Roma, tornano Spelacchio a Piazza Venezia e il presepe a San Pietro
Spelacchio, l’albero di Natale di Roma, verrà acceso l’8 dicembre. Per il presepe e il maestoso peccio slovacco di San Pietro, invece, occorre aspettare sino all’11. Gli eventi, così si promette, non prevedono la possibilità di assembramenti…

Spelacchio, l’albero di Natale di Roma, verrà acceso l’8 dicembre durante un evento che sarà senza assembramenti. Lo ha detto Virginia Raggi intervenendo online in occasione dell’accensione delle luci natalizie della Rinascente in diverse città italiane.
Le dichiarazioni di Virginia Raggi: “Dobbiamo cogliere questo evento e trasformarlo in occasione di rinascita”
“Spelacchio era un nome inizialmente dato a un albero che non era probabilmente bellissimo” ha detto la sindaca di Roma. “Cionondimeno, da quel momento c’è stata poi la rinascita. Credo che questo sia stato un anno sicuramente molto duro, ma noi dobbiamo cogliere questo evento e dobbiamo trasformarlo in un’occasione di rinascita, migliorando noi stessi, le nostre comunità, le nostre società”.
L’albero di Natale arriva in Piazza San Pietro
Iniziati i lavori per il Natale in Piazza San Pietro, Già presente il grande abete rosso che caratterizzerà, insieme al Presepe, l’allestimento natalizio in Vaticano. L’inaugurazione avverrà venerdì 11 dicembre alle ore 16.30, seppur con le limitazioni imposte dalla pandemia. Tale cerimonia, infatti, sarà ristretta e presieduta dal Presidente e dal Segretario Generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. L’albero e il presepe rimarranno esposti ai visitatori fino al 10 gennaio 2021.
Slovenia e Italia a lavoro insieme
L’albero in questione è un peccio di 28 metri e di un diametro di circa 70 centimetri. E’ arrivato da una delle zone più rigogliose della Slovenia, l’area sudorientale, esattemente dal comune di Kočevje, sul fiume Rinža. Si tratta di un’area ricoperta dalle foreste per il 90% del suo territorio e inserita tra i 63 siti delle antiche faggete primordiali nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.