I Nobel italiani per la letteratura – Dario Fo e quel premio che divise il mondo della cultura italiana
Questa la motivazione per il premio assegnato a Dario Fo: «Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.»

Dario Luigi Angelo Fo (Sangiano, 24 marzo 1926 – Milano, 13 ottobre 2016) è stato un comico, drammaturgo, attore, regista, scrittore e autore. Ma anche illustratore, pittore e scenografo. Famoso per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l’impegno politico di sinistra, con la moglie Franca Rame fu tra gli esponenti del Soccorso Rosso Militante.
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Dario Fo scoprì di aver vinto quando era con Ambra Angiolini in autostrada
Il 9 ottobre 1997 fu insignito del Premio con la seguente motivazione: «Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi». Fu a conoscenza del fatto mentre era sull’autostrada A1 con Ambra Angiolini. I due registravano, infatti, una puntata della trasmissione televisiva Milano-Roma: un’automobile si affiancò alla loro mostrando un cartello con su scritto “Hai vinto il Nobel”. «Con me hanno voluto premiare la Gente di Teatro», commentò Dario Fo.
Un premio che divise il mondo della letteratura
La scelta dell’Accademia Svedese divise il mondo della letteratura. Umberto Eco si dichiarò contento che fosse premiato un “autore che non appartenesse al mondo accademico tradizionale”. Altri sostenitori furono Stefano Benni, Luciano De Crescenzo, Vittorio Sgarbi, Vincenzo Consolo. Poi anche Tullio De Mauro, Giulio Einaudi, Giorgio Albertazzi, Giorgio Strehler, Carmelo Bene, Vittorio Gassman e Gigi Proietti. Mentre furono contrari Carlo Bo, Alfonso Berardinelli, Aldo Busi, Geno Pampaloni. Nonché Giulio Ferroni, Alfredo Giuliani e Mario Luzi. Quest’ultimo definì questa decisione “un’intenzione anti-letteraria contro di lui”.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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