Finché il caffè è caldo: la recensione del libro di Toshikazu Kawaguchi
Last Updated on 09/03/2021
Edito in Italia da Garzanti, “Finché il caffè è caldo” è il romanzo d’esordio dello sceneggiatore e regista giapponese Toshikazu Kawaguchi. Un caso editoriale che, aggiornando in maniera intimistica l’epopea del viaggio nel tempo, sta conquistando lettori in tutto il mondo.

Edito in Italia da Garzanti, “Finché il caffè è caldo” è il romanzo d’esordio dello sceneggiatore e regista giapponese Toshikazu Kawaguchi. Un caso editoriale che, aggiornando in maniera intimistica l’epopea del viaggio nel tempo, sta conquistando lettori in tutto il mondo.
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Le cinque regole fondamentali
Una sedia, un tavolino, un caffè, una scelta. Basta solo questo per essere felici. Pochi elementi ed una promessa efficace nella sua semplicità, in grado di affascinare molti e premiare coloro che si atterranno a 5 regole fondamentali:
1. Sei in una caffetteria speciale. C’è un unico tavolino e aspetta solo te.
2. Siediti e attendi che il caffè ti venga servito.
3. Tieniti pronto a rivivere un momento importante della tua vita.
4. Mentre lo fai ricordati di gustare il caffè a piccoli sorsi.
5. Non dimenticarti la regola fondamentale: non lasciare per alcuna ragione che il caffè si raffreddi.
Bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato
Racconta infatti Kawaguchi che in Giappone ci sia una caffetteria singolare. È aperta da più di cento anni e, su di essa, circolano mille leggende. Si narra che dopo esserci entrati non si sia più gli stessi; che bevendo il caffè sia possibile rivivere il momento della propria vita in cui si è fatta la scelta sbagliata, si è detta l’unica parola che era meglio non pronunciare, si è lasciata andare via la persona che non bisognava perdere. Si narra anche che con un semplice gesto tutto possa cambiare. Ma c’è una regola da rispettare, una regola fondamentale: bisogna assolutamente finire il caffè prima che si sia raffreddato.
La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo
Non tutti hanno il coraggio di entrare nella caffetteria, ma qualcuno decide di sfidare il destino e scoprire che cosa può accadere. Qualcuno si siede su una sedia con davanti una tazza fumante. Fumiko, che non è riuscita a trattenere accanto a sé il ragazzo che amava. Kotake, che insieme ai ricordi di suo marito crede di aver perso anche sé stessa. Hirai, che non è mai stata sincera fino in fondo con la sorella.
Infine Kei, che cerca di raccogliere tutta la forza che ha dentro per essere una buona madre. Ognuna di loro ha un rimpianto. Ognuna di loro sente riaffiorare un ricordo doloroso. Ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani. Quando si può ancora decidere ogni cosa e farla nel modo giusto. La vita, come il caffè, va gustata sorso dopo sorso, cogliendone ogni attimo.
Più che all’adattamento di una sceneggiatura, il pensiero corre però ad una pièce teatrale
Scritto in modo lineare, “Finchè il caffè è caldo” possiede una naturale teatralità che rivela in maniera indiretta il mestiere dell’autore, che è sceneggiatore e regista. Più che all’adattamento di una sceneggiatura, il pensiero corre però ad una pièce teatrale, con i diversi atti ad identificarsi nelle 4 storie messe in scena all’interno della caffetteria. Storie comuni nella loro universalità, eppure capaci grazie alla loro semplicità di costruire un’atmosfera coerente all’ambientazione. In grado di trasmettere un’idea sociale, un immaginario del Giappone plausibile. Una riconoscibilità di fondo – forse anche un po’ benevolmente stereotipica – che permette però di identificarsi nelle vicende narrate e nei tipi umani rappresentati anche al lettore che non conosce questo paese.
Un caso editoriale in Giappone, dove Finchè il caffè è caldo ha venduto oltre un milione di copie
“Finché il caffè è caldo” è diventato un caso editoriale in Giappone, dove ha venduto oltre un milione di copie. Poi ha conquistato tutto il mondo e le classifiche europee a pochi giorni dall’uscita. Un romanzo pieno di fascino e mistero sulle occasioni perdute e sull’importanza di quelle ancora da vivere.
Fiction. Fantasy. Favola. Sono molte le etichette che si è cercato di affibbiare a questo libro. Credo però, che la ragione del suo successo consista principalmente nella immediatezza del suo plot narrativo e soprattutto nella sapienza con cui è stato costruito. C’è molto mestiere, molto sapere dietro il modo di raccontare di Toshikazu Kawaguchi. C’è un’arte affinata nel tempo attraverso la ripetizione, anche se si è iniziato con lo scrivere sceneggiature per fumetti. Una artigianalità – questa si idealmente molto giapponese – di cogliere il nocciolo della storia e saperlo valorizzare in modo innovativo.
Viaggiare nel tempo che senso ha?
Così l’epopea del viaggio nel tempo torna a rivivere in queste pagine, esulando dal pensiero tradizionale che riconosce al ritorno nel passato la possibilità di compiere azioni che possano modificare il presente. Qui non è così, il presente per come lo conosciamo, fatto di eventi anche spiacevoli e dolorosi, purtroppo rimarrà lo stesso. Ed allora viaggiare nel tempo che senso ha?
Lontano da ricompense immediate, dal mito consumistico e molto occidentale del tutto e subito, qualcosa eppure cambierà. A cambiare saranno le persone, coloro che avranno deciso di intraprendere questo viaggio e coltivare un’arte, quella dell’attesa, che come dice Dietrich Bohnoeffer: “il nostro tempo impaziente ha dimenticato”. Cambierà il loro modo di essere, la loro visione del mondo, il loro modo di vivere e affrontare il presente, con tutte le difficoltà e incognite che la vita propone. Così costruire il futuro. Trovando un senso, anche nel potere taumaturgico di un viaggio nel tempo di questo tipo, perché: “… se vuole, la gente troverà sempre la forza di superare tutte le difficoltà che si presenteranno. Serve solo cuore. E se quella sedia ha il potere di cambiare il cuore delle persone, di sicuro un senso deve averlo”.
Chi è Toshikazu Kawaguchi
Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo (Garzanti, 2020), suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival. A questo successo segue Basta un caffè per essere felici (Garzanti, 2021), il secondo volume sulla caffetteria speciale.
Scheda del libro
Titolo: Finché il caffè è caldo
Autore: Toshikazu Kawaguchi
Editore: Garzanti
Anno edizione: 2020
Pagine: 192 p.
ISBN: 9788811608769
Prezzo: € 16,00
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Classe 1977, consulente di comunicazione. Vivo fra Roma e l’Umbria. Prima e dopo la laurea sono passato per varie reincarnazioni: sarto, guerrilla marketer, responsabile ufficio stampa nel settore del trasporto aereo, ghost writer. Mi occupo dello sviluppo di progetti editoriali e organizzo festival letterari. Leggo libri, da scrittore sospeso ne scrivo recensioni.