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Istat, spesa pubblica per cultura e paesaggio tra le più basse d’Europa

La spesa pubblica per cultura e paesaggio resta tra le più basse d’Europa in rapporto al Pil. In lieve aumento la spesa dei Comuni per la cultura anche se cresce il divario Nord-Sud. Sono alcuni dei dati dell’ottava edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat.

La spesa pubblica per cultura e paesaggio resta tra le più basse d’Europa in rapporto al Pil (0,4% nel 2018). In lieve aumento la spesa dei Comuni per la cultura (19,4 euro pro capite contro 18,8 dell’anno precedente) anche se cresce il divario Nord-Sud. Nel 2019 resta stabile la densità del patrimonio museale (1,6 strutture aperte al pubblico ogni 100 km2 ) ma aumenta la concentrazione dei flussi (l’1% delle strutture accoglie circa il 50% dei visitatori). Sono i dati dell’ottava edizione del Rapporto sul Benessere equo e sostenibile (Bes) dell’Istat.

La situazione resta grave nel Mezzogiorno

Sempre secondo i dati Istat, migliorano gli indicatori di pressione sul paesaggio. Nel 2019 l’indice di abusivismo edilizio cala per il secondo anno consecutivo (17,7 costruzioni abusive ogni 100 autorizzate nel 2019, contro le 19,9 del 2017), ma la situazione resta grave nel Mezzogiorno (45,2 ogni 100). Continua a ridursi anche la pressione delle attività estrattive, pari a 259 m3 per km2 nel 2018 (-0,9% sull’anno precedente e -16,1% dal 2013) e resta contenuto l’impatto degli incendi boschivi, che nel 2019 hanno investito 36mila ettari di terreno (l’1,2 per mille del territorio nazionale) uno dei valori più bassi dell’ultimo decennio.

Insoddisfazione e degrado

Nel 2020, l’insoddisfazione per il paesaggio del luogo di vita, associata alla percezione del degrado, segna un netto miglioramento, registrando il valore più basso dal 2014 (19,2%, quasi 2 punti in meno dell’anno precedente). Resta stabile rispetto al 2019 (al 12,5%) la preoccupazione per il deterioramento del paesaggio, associata alla considerazione sociale per il valore del paesaggio e all’attenzione per la sua tutela, costantemente in calo dal 2013.

La partecipazione culturale fuori casa è molto diminuita

A partire dal 2010, la partecipazione culturale fuori casa è molto diminuita, fino a toccare il minimo nel 2013 (30,6%) per poi registrare in tutti i territori un trend crescente fino al 2019. Nel 2020, il lockdown ha inciso sulle attività del tempo libero che si svolgono fuori casa, annullando completamente i progressi degli ultimi anni: la quota di persone di 6 anni e più che si sono dedicate ad almeno due attività culturali fuori casa (come andare al cinema, a teatro o a un concerto, visitare musei o mostre) è scesa al 30,8% dal 35,1% dell’anno precedente.

La lettura di libri è in ripresa

Diversamente dalla fruizione culturale fuori casa, nel 2020 la lettura di libri, complice il maggior tempo trascorso entro le mura domestiche, è in ripresa (39,2%) rispetto al trend decrescente registrato fino al 2019 (dal 44,4% del 2010 al 38% nel 2019). Tra il 2019 e il 2020 è in aumento soprattutto la lettura di almeno 4 libri nell’anno, mentre si osserva una sostanziale stabilità nella lettura di almeno 3 quotidiani a settimana.

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