Alessandra Carloni: “L’arte è un modo per raccontare la realtà con i tuoi occhi”
Sabato 20 marzo inaugura R/Esistenza – Street Art Gallery, il progetto culturale presentato dal Comune di Antrodoco. Tra i protagonisti del progetto troviamo Alessandra Carloni, affermata pittrice e street artist…

Sabato 20 marzo 2021 inaugura R/Esistenza – Street Art Gallery, progetto culturale presentato dal Comune di Antrodoco e risultato vincitore sulla Provincia di Rieti, del bando “Lazio Street Art”. La sua direzione artistica è firmata da Marco Paciotti e Alin Cristofori, del progetto artistico Ondadurto Teatro. L’obiettivo è quello di favorire la promozione di un turismo artistico-culturale nel territorio attraverso le opere dei grandi nomi della street art.
Questi gli artisti, al lavoro dai primi di marzo, che daranno vita ad una vera e propria Galleria Urbana articolata in un percorso sviluppato in quattro luoghi del Comune di Antrodoco. Si parte con i noti Sten&Lex, considerati tra gli eredi di Banksy e pionieri dello stencil poster. A loro segue Lucamaleonte, che firma le sue opere con la tecnica stencil e uno stile ben caratterizzato. Poi c’è Neve, ritrattista dal carattere speciale. Last but not least, l’ affermata pittrice e street artist Alessandra Carloni. E’ proprio quest’ultima a raccontarci l’interessante progetto.
Alessandra, nata a Roma nel 1984, si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma nel 2008 e si laurea nel 2013 in Storia dell’arte Contemporanea, presso l’Università “La Sapienza”. Dal 2009 inizia la sua attività come pittrice e artista, esponendo in personali e collettive in gallerie di Roma e altre città italiane, vincendo diversi premi e concorsi. In parallelo inizia la sua attività anche come street artist, realizzando opere murali nelle città di Roma, Milano, Firenze e Torino.
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Alessandra, come hai scelto i soggetti per R/Esistenza?
Il lavoro che ho realizzato per R/Esistenza si intitola “L’energia del sogno” e coinvolge due lunghi muri che costeggiano un sottopasso. In uno di questi ho voluto ricordare, attraverso il mio stile, il sisma che ha colpito il paese, in una visione tuttavia speranzosa.
Il mio personaggio, simbolo del mio stile, raffigura un viaggiatore che spesso torna nelle mie opere, tiene in mano una zolla di terra con l’epicentro del terremoto e sulle spalle il peso del paese e di questa triste memoria, che tuttavia si appresta a un cammino per la rinascita.
Nel muro opposto ho rappresentato un tema ecologico e naturale, un messaggio di rispetto verso l’ambiente e le bellezze di questi luoghi, attraverso uno dei miei personaggi steso su un paesaggio naturale decisamente surreale, mentre abbraccia in un atteggiamento di protezione.
Tra i tuoi soggetti spiccano quelli a tema fantasy: da cosa ti lasci ispirare, per temi e atmosfere?
L’ aspetto surreale e fiabesco dei miei soggetti ha rimandi al mondo surrealista e metafisico nell’arte, ma si ispira anche a tanta illustrazione a cui faccio riferimento, da Mattotti a Shaun Tan. Con richiami anche al mondo dei manga e alle animazioni di Miyazaki, rintracciabile nello stile stilizzato dei personaggi e nei colori pastello dei paesaggi surreali. Altra influenza, il mondo delle avventure grafiche a computer fine anni ‘90, quasi tutte realizzate a mano, una forma di intrattenimento che ha coinvolto tutta la mia adolescenza fino ad oggi.
Non semplici murali, ma vere e proprie opere d’arte: quale momento della loro realizzazione è maggiormente studiato e in quale fase ti senti più ispirata?
La parte dello sketch, immaginarmi l’idea compositiva del soggetto per un muro o per un quadro, è sempre la parte più stimolante. L’idea che da zero prenda forma un concetto, che sia sempre una riproduzione del tuo mondo, ma che attraverso quello si trovi un modo per raccontare la realtà con i tuoi occhi.
Alcuni murales di Alessandra Carloni
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.