Alessio Pistilli, il “Maestro” dell’iRenaissance: “Sono il risultato dei miei desideri e sogni”
Che cosa sarebbe successo se nel Rinascimento ci fosse stata la nostra tecnologia? E’ la domanda a cui cerca di dare risposta l’artista Alessio Pistilli con il suo progetto speciale, “iRenaissance”, che affonda le sue radici nell’arte classica, per poi reinterpretarla in chiave contemporanea e hi-tech…

Che cosa sarebbe successo se nel Rinascimento ci fosse stata la nostra tecnologia? E’ la domanda a cui cerca di dare risposta l’artista Alessio Pistilli con il suo progetto speciale, iRenaissance, che affonda le sue radici nel l’arte classica, poi reinterpretata in chiave contemporanea. Lo fa sviluppando un lavoro che dalla fotografia passa alla pittura e alla scultura, per poi coinvolgere musica e video, rappresentando attraverso lo stile figurativo tipico dell’arte rinascimentale.
Nato a Velletri (RM), diplomatosi presso il “Liceo Artistico Statale” di Latina e laureatosi in Scienze Storico-Artistiche presso “La Sapienza” di Roma, Alessio Pistilli è un pittore e scultore figurativo moderno, con una interessante predilezione per le tecniche ad olio. La sua espressione artistica conserva l’insegnamento dei maestri del passato da Leonardo Da Vinci a Monet, da Picasso a Warhol. Attinge da loro per lanciare messaggi, riflessioni e provocazioni, lasciando al pubblico la possibilità di giungere alle proprie considerazioni.
Attraverso iRenaissance, si aggiudica il Premio Speciale Uozzart per il “Premio Arts in Rome 2020” esponendo prima nella Galleria SpazioCima di Roma e poi nella OnArt Gallery di Firenze. Successivamente viene selezionato per il Premio Mestre di Pittura 2020 e tra i finalisti nell’International Art Exhibition “Art Keys Prize 2020”.
Alessio Pistilli, che cos’è per te l’arte?
L’arte è il respiro in apnea, l’osservazione acuta ad occhi chiusi, il suono profondo senza udito, la parola senza voce. L’arte è tutto ciò di inesistente e apparentemente impossibile che viene da un impulso recondito delle viscere. E’ la singolare empatia con il mondo che la circonda e che ha come chiave del processo creativo, la sensibilità del singolo individuo (l’artista). Attraverso, poi, le proprie capacità manuali guidate dalle idee, esperienze e dal proprio sapere, l’arte si fa oggetto e godimento per il mondo circostante. Il risultato artistico sono pensieri, letture e critiche che gravitano attorno ad essa: espressione divenuta forma estetica agli occhi di semplici spettatori.
Sono sorpreso dalla tua grande versatilità artistica. Da piccolo, però, cosa desideravi fare?
Da piccolo volevo disegnare e giocare col pongo. Erano momenti eterei dove perdevo facilmente il senso del tempo. Mi perdevo nelle linee e nelle forme presenti solo nella mia testa e che, sconfinando dall’immaginazione, si facevano realtà su un foglio o sul tavolo della cucina. Da piccolo sono sempre stato affascinato e felicemente appagato dalla possibilità di creare dal nulla storie, personaggi, oggetti, mescolando le varie emozioni ad essi legate. Quindi ad oggi, posso considerarmi il risultato dei miei desideri e sogni.
A quando risale il tuo primo approccio artistico?
Il mio primo approccio artistico risale alla mia infanzia, se non erro, all’età di 4 o 5 anni. Mi divertivo a rappresentare, scopiazzando dalla tv, i personaggi dei classici cartoni animati, ma reinventandone le storie. Quello che avveniva era, ovviamente, un simpatico quanto orribile “storpiamento” (ndr, ride) dei tratti dei singoli personaggi, che aveva la funzione di divertirmi facendomi uscire dalla quotidianità. Quindi, posso dire con certezza che i miei primi approcci sono stati nell’ambito fumettistico.
Chi sono i maestri, nel campo della pittura, di Alessio Pistilli?
A parte gli insegnanti scolastici, uno fra tutti il mio professore di arte alle scuole medie Francesco Porcari, i maestri che in generale hanno arricchito e delineato la mia formazione pittorica sono gli artisti studiati sui libri e apprezzati attraverso le tantissime mostre visitate. Tanti ma non tutti, ovviamente, hanno contribuito a potenziare le mie idee, il mio gusto, il mio percorso. Tra essi posso citare Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Raffaello, Caravaggio come maestri del “classico”, ma anche Monet, Renoir, Pisarro per la sintetizzazione di linee e colori tese ad impressionare la visione artistica, o Picasso, Burri, Andy Warhol per la visione provocatoria della società, fino ad arrivare a pittori come Roberto Ferri, Mitch Griffiths o Jennifer Gennari che in questo momento concretizzano le mie attuali scelte pittoriche.
Nei tuoi quadri, soggetti “classici” incontrano oggetti “contemporanei”: com’è nata questa prima commistione fra generi?
Questa commistione nasce da una semplice domanda: “Cosa sarebbe successo se nel Rinascimento ci fosse stata la nostra moderna tecnologia?”. Dietro la domanda si cela una provocazione che vuole instaurare un processo psico-sociologico sull’uso che facciamo della tecnologia e sull’importante ruolo che ha nella nostra vita: creare un rapporto diretto tra l’epoca che rappresenta il concetto di bellezza nel mondo (il Rinascimento), e i devices tecnologici che dovrebbero facilitare e donare una neo-bellezza alla vita attuale, appunto, un New-Renaissance, è un modo per sensibilizzare e sensibilizzarci.
Qual è il dettaglio che nei tuoi quadri lasci sempre per ultimo prima di urlare “finito”?
Ti direi la firma, ma sarebbe troppo scontato. Per quanto riguarda il mio ultimo concept “iRenaissance” il dettaglio che mi fa urlare “finito!” è il tocco di luce nei riflessi degli occhi. La mia è una scelta consapevole di utilizzare la tecnica “realista” e non “iper-realista”, proprio perché alla base c’è questa propensione ad usare il colore denso in alcune zone, soprattutto il bianco di Titanio nella luce riflessa negli occhi.
Tre delle tue opere a cui sei più affezionato e perché.
Mi metti in difficoltà perché sono davvero affezionato a tutte le tele di iRenaissance. E questo perché ognuna di esse ha una storia fatta, appunto, di commistioni e reali emozioni. Ma se devo forzatamente scegliere, allora lo faccio partendo dai diversi aspetti culturali dell’uomo: “Connections” per il rapporto con la fede, tra uomo e Dio; “Dama with iPhone” per il rapporto con la sfera personale emotiva, con se stessi; “The social kiss” per il rapporto con la sfera dell’amore tra due persone.
Prossimi progetti.
Non c’è un vero e proprio prossimo progetto in questo momento, se non lo sviluppo dell’attuale concept iRenaissance. Dopo i singoli ritratti, realizzerò scene di corte e scene religiose (con più personaggi), sculture che rimandano al classico, e, partendo dalla mia esperienza musicale, musiche e video che ne raccontano l’iter creativo e lavorativo. Anche la musica avrà, come sempre nella mia vita d’altronde, un ruolo fondamentale nell’intero progetto. Tutto questo è visto come Rinascita della consapevolezza dell’uso della tecnologia. L’intenzione sarà quella di ricreare la “bottega del Rinascimento”, dove l’arte torna ad essere il centro del mondo generando una nuova sensibilità tra l’uomo e lo spazio che lo circonda.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.