Arts in Rome 2020, martedì l’apertura della mostra dei finalisti e i premi ai vincitori
La mostra, presso la Galleria SpazioCima, esporrà le opere dei dieci artisti finalisti del contest Arts in Rome 2020: Congiu Roberta, Salierno Grazia, Vecchiato Marco, Pistilli Alessio, Elgamal Yasmine, Celico Fulvio, Giupponi Giovanni, Palazzo Francesco, Pugliares Matteo, Zianni Federica.

Si aprirà martedì 15 settembre 2020, alle ore 17:00, presso la Galleria SpazioCima, in organizzazione con Arts in Rome, la Mostra dei Finalisti dell’edizione 2020 del concorso artistico Arts in Rome. Esporranno i dieci artisti finalisti: Congiu Roberta, Salierno Grazia, Vecchiato Marco, Pistilli Alessio, Elgamal Yasmine, Celico Fulvio, Giupponi Giovanni, Palazzo Francesco, Pugliares Matteo, Zianni Federica. Durante l’appuntamento saranno anche decretati i vincitori e i premi speciali
“L’invito – spiegano i responsabili – è aperto a tutti gli artisti, collezionisti e il pubblico affezionato che negli anni hanno seguito sia Arts in Rome che la Galleria SpazioCima o a chi si avvicina per la prima volta al mondo dell’arte contemporanea. Saranno presenti anche i Giurati e in particolare gli Sponsor che hanno dato il loro contributo al Premio con i Premi Speciali: Uozzart – Art Magazine, OnArt Gallery di Firenze, Galleria SpazioCima di Roma“.
Congiu Roberta – The detail 50×70 cm

In un contesto sospeso, idealmente ricostruito, la narrativa più realistica e tradizionale è distorta; giocando tecnicamente con il binomio fotografia / disegno Roberta Congiu crea immagini frammentate in cui appare un mondo senza riferimenti d’ambientazione: anche in questo caso l’accostamento di elementi naturalistici – dei rami secchi – fa da contraltare alla dettagliata descrizione del corpo nudo esposto, rivolto verso un qualcosa per noi indefinito.
Salierno Grazia – mille forme per non cadere nell’abitudine 100×70 cm

In uno spazio assente e bianco un corpo si muove perdendo la sua forma. L’indefinizione ne fa perdere le tracce e l’identità, frammentandolo in attimi in cui c’era e poi non c è più. Muta nel tempo seppur breve, si inarca e si spezza perchè vivo.
Vecchiato Marco Untitled – Studio per figura in posa 90x90x2

La mia pittura è un’indagine sull’uomo contemporaneo eppure non racconta una storia, non evoca una dimensione di campi in cui si consuma l’azione. Apparentemente non succede niente, su una tela completamente bianca appare una forma i cui dettagli sembrano vagamente riconoscibili. Come in tutti i miei lavori più recenti, anche Studio di figura in posa, non conserva un filo logico con la realtà ma nasce dalla rievocazione di un generico essere che ha in sé i tratti dell’odierna contemporaneità. La figura che emerge non può che essere allusiva e parziale, contaminata dall’errore; un corpo isolato che, seppur privato del suo dettaglio anatomico, vive immerso nel vuoto. Il vuoto della civiltà contemporanea! Ma nessuna presa di posizione vuole esserci da parte dell’artista che nella gestualità, nel segno grafico, nella sua pittura insomma, demanda ogni conclusione a chi osserva il quadro.
Pistilli Alessio – Connections 60 x 80 x 2 cm

“iRenaissance”. Le connessioni con il proprio io, con la propria anima, con il proprio spirito, possono avvenire attraverso mezzi diversi. Attraverso il proprio credo, la propria fede, il proprio amore…o semplicemente attraverso una chiave USB (con la forma di un rosario) e un iPad.
Elgamal Yasmine – M’amo non m’amo 70x50cm

Sto lavorando a una serie che parla dei workers e dei loro sogni. I workers, riconoscibile dal loro martello, lavorano duro al loro sogno ma senza mai smettere di essere umani, in tutta la forza e debolezza che questa parola va a rappresentare. A volte ritraggo i lavoratori nell’azione della costruzione, a volte mi diverto a ”spiare” i loro piccoli gesti. In questo caso, vi mostro due lavoratrici intente a capire se amano abbastanza se stesse, al ritmo dei petali di camelie bianche.
Celico Fulvio – Plastic waves 80 x 80 x 1

L’opera rappresenta la mia percezione dell’inquinamento da (micro)plastiche, con particolare riferimento alla contaminazione dei corpi idrici. Mi occupo di questi temi per motivi di ricerca e, come spesso accade, i miei dipinti esprimono la parte più emotiva e meno razionale dei problemi che affronto quotidianamente. L’uso della plastica, insieme con lo smalto ad acqua, è stato voluto per creare dei moti ondosi, caotici, che esprimessero il tema dell’opera fin dal materiale usato. La frammentazione di colori, quasi a scaglie, rappresenta la percezione del traslucido delle (micro)plastiche illiuminate dal sole, galleggianti al di sopra di un corpo idrico buio, cupo, anossico. La distribuzione caotica (e poco verosimile in Natura) delle piccole onde ed increspature esprime il senso di innaturalità dello scenario dipinto.
Giupponi Giovanni – Organic 70×80 cm

Nella serie Organic, prevale il senso di rallentamento. Anche queste opere presentano una forte tridimensionalità e rimandano sempre a delle strutture organiche, che possono ricordare la pelle di un serpente oppure una colonna vertebrale di qualche essere sconosciuto. Si tratta sempre di forme fluide e biomorfe.
Palazzo Francesco – tracce, segni, passaggi 80×80 cm

l’opera fa parte del ciclo “tracce, segni, passaggi” ed è un viaggio nel futuro, di decine di migliaia di anni, in un momento intermedio tra l’inizio e la fine di tutto, dove dell’interazione uomo-ambiente non ci sarà memoria se non quella di una complessa e meravigliosa stratigrafica di tracce, di segni, di passaggi, di colori, di immagini impressa nella materia terrestre che solo la forza degli eventi naturali continuerà a modificare e a plasmare fino alla fine quando tutto ritornerà ad uno stato di verginità e di grazia perenne
Pugliares Matteo – Eruzione 25x30x1,5cm

Un omaggio al “Mongibello” (Etna) per definire un percorso interiore in cui ogni fruitore dell’opera può riconoscersi. Per i siciliani d’oriente, il “Mongibello” è una sorta di parente stretto, di quelli a cui ti lega il sangue. L’eruzione sono i drammi e le sofferenze che tutti gli uomini vivono senza poterne fuggire, ma ad un’immagine che superficialmente può essere accostata a distruzione e morte, la natura ci insegna che quella lava ha reso particolarmente feconde le terre che sono sotto il vulcano (pistacchi, meleti, agrumi). Così le sofferenze, se ben lavorate, creano l’humus necessario per frutti di vita rigogliosi.
Zianni Federica – Elastic reticulum 35x50x3 cm

Elastic reticulum fa parte della mia ultima serie di opere sulla natura, o meglio, sulle nature dell’essere umano. Il reticolo di lacci emostatici nasconde il dipinto sottostante. Con quest’opera volevo riflettere sulla natura simbolica dell’essere umano, in grado di vedere oltre al visibile, sentire oltre al sensibile.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.
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