Torna il Premio Arts in Rome: “150 gli artisti in concorso, anche da Perù e Giappone”
Last Updated on 14/07/2020
Ancora le date non sono state ufficializzate, ma i lavori per il Premio Arts in Rome sono già in corso. Cerchiamo di capire qualcosa in più sull’edizione che sarà con Bianca Maria Scrugli, presidente dell’Associazione.

Ancora le date dei “diplomi” non sono state ufficializzate, ma gli “scrutini” sono ormai aperti: sta per tornare il Premio Arts in Rome, giunto alla sua terza edizione. Centocinquanta gli artisti coinvolti, provenienti non solo da tutta Italia, ma anche da Germania, Spagna, Olanda ecc. Persino dal Perù e dal Giappone. La giuria, composta dalla storica dell’arte e ricercatrice Cecilia Paolini, dalla curatrice e gallerista di SpazioCima Roberta Cima, dal giornalista e ufficio stampa specializzato nell’arte Salvo Cagnazzo, dalla curatrice e gallerista di Onart Gallery Firenze Romina Sangiovanni, deve ancora incontrarsi. Ma le opere sono già state immortalate, a volte diventando virali, sui canali social. E si denota già un livello altissimo.
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Un concorso rivolto a tutti gli artisti di tutte le età e percorsi di carriera. E da qualsiasi paese
Nelle opere in concorso non solo pittura figurativa, figurativa immaginaria, ritratto, narrazione, ma anche astratta, concettuale, informale e tutte le espressioni contemporanee. Un concorso rivolto a tutti gli artisti di tutte le età e percorsi di carriera. E da qualsiasi paese. In palio somme in denaro, mostre e riconoscimenti, tra cui anche il Premio Uozzart, che saremo onorati di assegnare personalmente. Cerchiamo di capire qualcosa in più sull’edizione che sarà con Bianca Maria Scrugli, presidente dell’Associazione.
Si chiama “Arts in Rome”, ma c’è molto di più di una selezione “locale”, benché capitolina. Come e, soprattutto, perché nasce l’idea di questo premio?
Il Premio nasce due anni fa quando ancora i corsi di pittura e disegno tradizionali, organizzati da Arts in Rome, erano ancora in auge. Esso fu quindi un’opportunità per gli Artisti soci di inseristi nel mercato dell’Arte e di iniziare a pensare ad un’opera strutturandosi in primis come artisti loro stessi e pensando ad un’opera non solo didattica ma simbolica e concettuale.
Quanti sono gli artisti attualmente in concorso?
Le iscrizioni al Premio si sono concluse il 30 giugno e abbiamo contato circa 150 partecipanti. Ancora i Giurati si devono riunire, ma ad agosto potremo dire molto di più.
Quali sono stati i criteri della selezione?
In attesa che la selezione avvenga, questi i criteri. Sicuramente la tecnica e la sperimentazione sono dei tasselli fondamentali per una prima limatura, ma non solo. Si valuta anche la creatività intesa come originalità dell’opera. Dulcis in fundo, ma non per importanza, il concetto. Abbiamo visionato diverse opere nelle quali il concetto è davvero molto forte e vivido tanto da occupare molto spazio nella casella della descrizione. Questo dà modo di pensare che l’opera è nata da un pensiero ed è stata studiata, inventata e dedicata ad un messaggio. E’ un’opera nata per comunicare.
Avete riscontrato alcune difficoltà, nell’anno del covid?
Purtroppo sì. Alcune in male, ma altre in bene. La vita sociale artistica si è ridimensionata al web. Questo ha permesso di radicare sempre di più le amicizie e rapporti lavorativi con artisti e collezionisti, ma d’altra parte ha bloccato molte nuove opportunità. Il lato positivo, invece, è stato relativo proprio al Premio, che ha avuto maggiore interazione rispetto agli anni scorsi da parte di molti partecipanti e anche artisti professionisti che, infine, vi hanno partecipato.
C’è qualche opera/artista che vantate di aver scoperto negli scorsi anni?
Assolutamente si. Molti Artisti ci hanno dato davvero soddisfazione, ma uno che ci è rimasto impresso e che sta crescendo in modo esponenaziale è Vittorio Valiante, street artist e pittore napoletano che partecipò alla prima edizione.
Le opere e gli artisti che hanno vinto le precedenti edizioni: Annalisa Di Meo, Freddy Toledo, Andrea Savazzi, Simone Prudente e Vittorio Valiante
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.