Si parte con il Green Pass europeo, ma rimangono alcuni nodi da sciogliere
Via libera per il Green Pass europeo. A distanza di tre mesi e mezzo dal primo annuncio di Bruxelles, il documento entra ufficialmente in vigore. Ci sono, però, alcuni nodi da sciogliere. E occorre prestare molta attenzione…

Via libera per il Green Pass europeo. A distanza di tre mesi e mezzo dal primo annuncio di Bruxelles, il documento entra ufficialmente in vigore. Il pass consiste in un QR code da tenere nello smartphone o in tasca in formato cartaceo e permette ai cittadini dell’Unione europea di varcare i confini nazionali e non essere più soggetti a restrizioni. Da Bruxelles arriva inoltre l’invito agli Stati membri a trovare un accordo per utilizzare il Green Pass per garantire l’ingresso in sicurezza a festival, teatri, concerti e ristoranti.
Le perplessità sul Green Pass
Ci sono, però, alcuni nodi da sciogliere. Il primo riguarda proprio la validità del documento. Nella maggior parte dei Paesi la prova di vaccinazione ha validità 14 giorni dopo aver ricevuto la seconda dose, o la dose unica per i monodose. Eppure in Austria, ad esempio, viene riconosciuta solo dopo 22 giorni. Quindi occorre sempre controllare le regole di ogni singolo Paese.
Il problema della variante Delta
Non c’è unicità nemmeno per quanto concerne i risultati negativi dei tamponi, accettati tra le 72 e le 48 ore precedenti al viaggio a seconda del Paese che si vuole visitare. Inoltre il diffondersi della variante Delta del coronavirus potrebbe provocare una modifica delle regole finora sottoscritte. Si aggiunga, infine, che la somministrazione del farmaco prodotto in India, il Covaxin, non permette di ottenere il documento che autorizza la libera circolazione di persone vaccinate o guarite dal Covid-19 tra i Paesi membri dell’Unione.
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Di origini salentine, trasferito a Roma per motivi di studio. Ho imparato a leggere a 2-3 anni. Per scrivere ho dovuto aspettare i 4. Da allora non mi sono più fermato. La scrittura è la mia vita, la mia conoscenza, la mia memoria. Nonché il mio lavoro. Che mi aiuta a crescere ed imparare. Per non sentirmi mai arrivato, per essere sempre affamato di conoscenza.